Cepagatti, rifiuti abbandonati al mercato ortofrutticolo: multa da 6500 euro

Cepagatti. I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale – NIPAAF del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara hanno informato la locale Procura della Repubblica dell’avvenuta oblazione in sede amministrativa, da parte del Responsabile del Mercato Ortofrutticolo di Cepagatti della multa di 6.500 euro comminatagli lo scorso 16 maggio.

La vicenda prende inizio dal blitz effettuato dai Carabinieri di Pescara al Centro Agroalimentare “La Valle della Pescara” di Cepagatti, finalizzato a controllare la filiera produttiva e distributiva dei prodotti agroalimentari. Proprio in quella occasione il NIPAAF di Pescara ha rinvenuto, all’interno del Mercato, un deposito incontrollato di rifiuti di circa 1.000 metri quadri, con pneumatici fuori uso, materiale coibentante di matrice bituminosa, vecchi cassonetti per la raccolta di rifiuti, fusti in plastica, lamiere, dispositivi elettronici recanti l’etichetta identificativa dell’ARSSA (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo), di cui si è rinvenuta anche la targa degli ex uffici, e rifiuti plastici vari, chiaramente non riconducibili all’attività svolta nel mercato ortofrutticolo.

A seguito di questa scoperta i Carabinieri Forestali di Pescara hanno denunciato per abbandono di rifiuti il Gestore del mercato ortofrutticolo di Cepagatti e gli hanno imposto alcune prescrizioni finalizzate al corretto smaltimento degli stessi.

Le disposizioni impartite sono state correttamente adempiute dall’Amministratore della ditta che, in ottemperanza ai dettami della rinnovata normativa ambientale (legge n. 68/2015), nei giorni scorsi ha anche pagato l’ammenda. Quest’ultimo pagamento consentirà, infine, l’archiviazione del procedimento penale nel frattempo aperto dalla Procura della Repubblica di Pescara.

“L’applicazione delle prescrizioni previste dalla Legge sui delitti ambientali del 2015”, ha affermato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “riduce molto il ricorso al procedimento penale consentendo, nello stesso tempo, il corretto smaltimento dei rifiuti, come è avvenuto in questo caso”.

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