Pescara: i fanghi del porto finiscono in una discarica fuori regione. Protezione civile, dragaggio prima dell’estate

dragaggioPescara. I fanghi prelevati dal porto dovranno essere smaltiti in una discarica a terra oltre i confini regionali. I costi per portare a termine la complessa operazione di dragaggio sono quindi destinati a lievitare. Lo ha stabilito la Protezione civile nel corso di un vertice che si è tenuto stamattina a Roma.

La procedura di emergenza per cercare di salvare il porto di Pescara dalla situazione di empasse, determinata dallo stop al dragaggio imposto dall’inchiesta della Procura dell’Aquila, sarà attivata e portata a termine prima dell’avvio della stagione balneare, fissata al primo giugno. L’impegno stavolta arriva direttamente dai tavoli romani della Protezione civile.
Il sostituto di Gabrielli, il vice capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli e il consulente giuridico della Protezione civile Giacomo Aiello, hanno incontrato questa mattina una delegazione partita dalla volta di Pescara, composta dal commissario straordinario del dragaggio Guerino Testa, dal sindaco Luigi Albore Mascia, dal vice prefetto Vincenzo De Vivo, dal comandante della Capitaneria di porto Luciano Pozzolano e dal consulente del commissario Tino Taraborrelli, e i rappresentanti dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e del ministero dell’Ambiente.
L’appello del commissario Testa, lanciato all’indomani del consiglio provinciale e della riunione con i marinai e i rappresentanti delle categorie produttive, è stato accolto con una serie di impegni da portare a termine nelle prossime settimane. Nel dubbio sulla qualità dei fanghi da smaltire e sull’eventuale presenza di Ddt e agenti inquinanti, si è deciso di cambiare strategia e di lasciare perdere la procedura di smaltimento dei fanghi a mare. Senza che nessuno abbia sciolto il nodo sulle analisi, i 73mila metri cubi di materiali che dovranno essere portati via dalla darsena commerciale si è stabilito che dovranno essere smaltiti in un sito a terra che la Protezione civile dovrà individuare al di fuori dei confini regionali. Sempre attraverso la Protezione civile, inoltre, sarà sollecitato un incontro con il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera “affinché si trovino le provviste economiche per finanziare questo tipo di intervento, richiamando l’attenzione della Presidenza del Consiglio dei ministri sul porto di Pescara”.
“Vanno intercettati i fondi necessari per questo tipo di intervento”, ammonisce il commissario straordinario Testa, “con il necessario coinvolgimento del Governo. Una operazione del genere, da avviare e concludere prima della stagione estiva con l’intervento determinante della Protezione civile, consentirebbe di superare l’emergenza che sta vivendo il porto di Pescara”.
“Uno dei principi che è stato fissato oggi”, conclude Testa, “è di procedere insieme, considerate le condizioni tragiche in cui versa il porto, dove vanno ripristinate le condizioni di sicurezza del naviglio. Per quanto riguarda le future analisi andrà seguita la procedura indicata dall’Ispra”.

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