Penne, frana sulla strada per il lago. I residenti: “Crolli da due anni” VIDEO

Penne. I primi smottamenti nella zona di Collalto di Penne sono cominciati due anni fa, ma con il maltempo delle ultime settimane la situazione è degenerata e, alcuni giorni fa, una frana di grosse dimensioni ha travolto definitivamente la strada comunale che dal centro visite della Riserva regionale del lago di Penne conduce alla provinciale 72.

Nessuno la attraversava in quel momento, seppur fosse ancora utilizzata dai residenti, esasperati dal dover percorrere una variante, disseminata di buche, che allunga il percorso di 5 chilometri: “La frana si è attivata con le piogge di due anni fa”, spiega Daniela Zenone, una residente, “con l’abbassamento della strada di circa un metro. E’ stata riparata in malo modo e non e mai stata riaperta, ma di fatto transitabile. Ora, con le ultime piogge  la frana è scesa giù verso il lago, cancellando parte della strada”.

Fortunatamente, il percorso allungato non lascia isolate le famiglie che abitano nei dintorni ma, “non viene più garantito il servizio bus per le scuole medie e anziani residenti, nemmeno il servizio scuolabus per le famiglie con bambini in età scolare”, aggiungo Daniela Zenone, “Fino a due anni fa scuolabus e autobus del servizio urbano TUA transitavano per l’intero tratto fornendo il servizio pubblico a tutti i residenti. Oggi i due servizi vengono garantiti fino ad una parte del tratto in questione con notevole disagio per le famiglie”.

E anche la soluzione alternativa risulta precaria: “Urge un’intervento”, aggiunge la residente, “fortunatamente non ci siamo completamente isolati perché la strada provinciale, seppur in uno stato pietoso, si ricongiunge al tratto danneggiato dalla parte opposta. Ma urge l’intervento poiché nel caso si danneggiasse quel lato, già precario, sarebbe un vero disastro”.

A rischio isolamento, oltre a una cinquantina di famiglie, di cui molte quelle composte da anziani, anche il Lapiss di Collalto, uno dei centri in uso alla Riserva naturale, ora utilizzato come centro per l’ospitalità di decine di profughi, posto a circa 2 chilometri dal fronte della frana.

 

 

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