Pescara, Jennifer uccisa per un tablet: urlava “Aiuto, mi sta ammazzando”

Pescara. “Mamma, aiutami, mi sta ammazzando”. Sono le ultime parole che Jennifer Sterlecchini, 26enne di Pescara, ha urlato prima di essere uccisa dall’ex fidanzato. Un tragico copione già visto tante volte e che oggi si è ripetuto: una storia, andata avanti per tre anni ed arrivata all’epilogo, una discussione, forse per un tablet, nel giorno in cui lei va a riprendere le sue cose. Poi una colluttazione e, alla fine, la tragedia. L’ha finita con un coltello, Davide Troilo, 32 anni. Ora è stato arrestato ed è ricoverato in ospedale, in condizioni non gravi.

Una storia, quella tra Jennifer e Davide – il ragazzo ha anche un figlio avuto con un’altra donna – fatta di amore, come dimostrano alcuni post su Facebook della scorsa estate, ma anche di sofferenza: sia lui che Jennifer hanno perso il padre da pochi anni. Nei giorni scorsi la ragazza decide di interrompere una relazione che non va più bene e oggi raggiunge la casa del ragazzo, in via Acquatorbida 31, al confine tra Pescara e San Giovanni Teatino, dove negli ultimi anni hanno vissuto insieme, per riprendere le sue cose. Si fa accompagnare dalla madre e si fa prestare anche un furgoncino da un’amica.

Una volta dentro, i due iniziano a dividere le proprie cose. E inizia anche la discussione, che ben presto si trasforma in lite e poi in colluttazione. Il ragazzo chiude la porta d’ingresso a chiave, lasciando fuori la madre della 26enne. Spunta fuori un coltello e, in pochi minuti, si consuma la tragedia. Il primo ad accorrere, richiamato dalle urla della ragazza e della mamma, è un vicino, che lancia l’allarme. La madre della 26enne, sconvolta, sviene in strada e viene soccorsa da alcuni conoscenti.

Giunti sul posto, i soccorritori trovano i due sdraiati a terra, vicini, in una pozza di sangue, e non possono fare altro che constatare il decesso della giovane, mentre il 32enne viene trasportato in ospedale.

Nell’interrogatorio, davanti al pm, Troilo ha detto che la discussione sarebbe nata per il possesso di un tablet e che la ragazza si sarebbe ferita per prima con una coltellata alla gola. Lui, allora, sempre secondo quanto riferito al pm, avrebbe emulato il suo gesto. La ragazza, poi, lo avrebbe colpito all’addome e lui le avrebbe inferto un colpo al collo in profondità ed altri sul corpo.

Le indagini, coordinate dal pm Silvia Santoro, sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara, diretti dal maggiore Massimiliano Di Pietro, che sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.

Nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia sul corpo della giovane. Diverse le coltellate rilevate durante la ricognizione cadaverica.

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