Pescara. Arrivano le autobotti a Fosso Pretaro, nei pressi del depuratore al confine tra Francavilla e Pescara, per rimuovere i liquami presenti in mare e trasportarli nel depuratore di Montesilvano, dopo il picco di colibatteri rilevati nelle acque e il relativo divieto di balneazione in vigore dal 13 agosto.
Un’opera avviata dall’Aca, a partire dal 20 agosto scorso, allo scopo di ridurre i livelli di inquinamento delle acque: complessivamente si spenderanno più di 5 mila euro di risorse pubbliche, ma intanto arrivano nuovi, pesanti risultati sulle analisi chimiche, ed è il ritardo a farla da padrone.
Mentre si continua a indagare sugli scarichi abusivi che potrebbero aver intossicato il corso d’acqua e poi l’Adriatico, solo ieri l’Arta ha inviato all’Aca, alla Provincia di Chieti, alla Asl di Chieti-Vasto e al Comune di Francavilla i risultati delle analisi su prelievi effettuati a luglio allo scarico del depuratore comunale, nonostante i rapporti contengano un allarme: “Il campione supera il limite consigliato per il parametro escherichia coli”, si legge nella relazione. Si parla di 250.000 unità di batteri rinvenute contro i 5000 consentiti dalla legge: uno sforamento di 50 volte segnalato, con il divieto del 13 agosto, diversi giorni dopo averlo misurato.