Migliaia di pesciolini sottoriva a Pescara Sud VIDEO

Pescara. Centinaia sicuramente, forse migliaia i pesci che, in banco, si sono ammassati ieri sera al tramonto sotto riva a Pescara Sud.

A filmarli è stato Vincenzo Pomilio, mentre faceva il bagno tra gli stabilimenti Le Nereidi e La Caravella, 200 metri a sud dal fosso Vallelunga: “Erano migliaia, rispetto a quelli che si vedono nel video ce n’erano molti di più, salivano in superficie e boccheggiavano”, racconta.

Un episodio simile a quello che si è verificato a inizio luglio sulla spiaggia di Pescara nord, ma in quel caso i pesci erano di stazza più grande: “Attorno a me c’erano migliaia di pesciolini, sembravano alici”, racconta ancora Pomilio, preso di sorpresa mentre si godeva il bagno al tramonto in quasi solitudine: “Ho quasi cinquant’anni”, dice, “e non ho mai visto una cosa simile, la temperatura dell’acqua era altissima e loro sembravano soffrire il caldo”.

Il fenomeno, in realtà, potrebbe essere legato sì al caldo, ma essere spiegato dal fatto che i banchi si mettano a caccia di correnti fresche fino a spingersi anche pochi metri dalla riva.

L’ARTA: PICCOLI CEFALI SPINTI DAL CALDO

E’ il direttore tecnico dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), Giovanni Damiani, a spiegare che la presenza dei banchi di innumerevoli piccoli pesci a bassa profondità è legato alla temperatura eccezionalmente alta dell’acqua, che fa cadere fortemente il contenuto di ossigeno disciolto. “I pesci, infatti”, spiega l’esperto biologo, “respirano l’ossigeno molecolare presente nell’acqua, la cui solubilità dipende dalla temperatura: le acque fredde sono ben ossigenate, mentre le acque calde diventano progressivamente asfittiche. Il fenomeno segnalato è più evidente al tramonto e, anche se non osservato, nelle ore notturne perché le alghe microscopiche e macroscopiche presenti in mare riducono la fotosintesi man mano che diminuisce la luce solare e di conseguenza diminuisce ancor di più il contenuto di ossigeno nell’acqua”.

Non alici, seppur le dimensioni possono indurre a pensarlo, bensì “piccoli cefali in banchi che arrivano boccheggianti sulla superficie dell’acqua per approvvigionarsi dell’ossigeno minimo vitale. La stessa strategia di sopravvivenza viene messa in pratica nei fiumi e non è raro che in quelli deprivati di buona parte della loro acqua per l’irrigazione o altri usi antropici si verifichino estese morìe di pesci per asfissia, specie nelle notti calde d’agosto e nei fiumi eccessivamente sfruttati dove non sia lasciato in alveo il deflusso minimo vitale”.

 

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