Pescara, ruspe in azione: l’ex Cofa abbattuto FOTO

Pescara. Dopo anni di abbandono, degrado e discussioni, stamattina le ruspe hanno cominciato l’abbattimento dell’ex Cofa, il mercato ortofrutticolo all’ombra del Ponte del Mare, chiuso dal 2004 e divenuto, nel tempo, motivo di emergenza eco-sanitaria e rifugio per senzatetto.

Al dare il via alle ruspe è stato il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, che l’ha definita “demolicostruzione”.  Le operazioni sono iniziate all’alba con la collaborazione della Polizia Municipale che con il servizio Antidegrado al comando del maggiore Donatella Di Persio e il maggiore Adamo Agostinone del servizio strade, ha provveduto allo sgombero di tutti i locali da persone e cose. Una decina i senzatetto trovati stamani nella struttura: due di loro, attraverso il Comune, andranno alla Caritas, mentre gli altri si sono allontanati dall’area; quindi l’abbattimento vero e proprio ha preso il via appena conclusa questa fase, intorno alle 8,30.

Oltre al Governatore, che ha espresso “grande soddisfazione”, erano presenti il sindaco, Marco Alessandrini, ed esponenti del mondo politico ed economico locale. “Per noi è una giornata veramente storica”, ha detto il presidente della Confcommercio di Pescara, Ezio Ardizzi,”perché ci siamo battuti per anni per eliminare una delle brutture di Pescara che ormai da tempo era divenuto solo uno scheletro inutilizzato, pericoloso a livello ambientale e rifugio di pochi clandestini. Affinché il tessuto economico della città rinasca, una città che vive essenzialmente di commercio, di turismo e di servizi, c’è bisogno che nell’aera ex-Cofa si realizzi una struttura capace di attrarre visitatori in città. Come più volte detto, l’attrattore che immaginiamo, sulla scorta per esempio di una mirabile riqualificazione del water front realizzata a Tel Aviv, potrebbe essere una struttura non più alta di 13 metri , con una superficie totale di circa 12.000 mq e che ospiti un museo virtuale (a Tel Aviv è stato realizzato un acquario virtuale); un’idea progetto sostenuta e già progettata dalla Facoltà di Architettura dell’Università D’Annunzio”.

Il presidente dell’Associazione Grossisti Ortofrutticoli, Piero Galasso ha invece spiegato che “Per noi grossisti della frutta si contrappongono diverse emozioni, in quanto da un lato assistiamo con il magone alla demolizione di un luogo in cui abbiamo passato decenni della nostra vita lavorativa, ma dall’altro siamo pienamente consapevoli che sia giusto demolire una struttura obsoleta e pericolosa al fine di restituire a Pescara ed alla cittadinanza uno spazio fondamentale per il suo sviluppo economico e sociale”.

“Il vuoto conquistato oggi – ha commentato il sindaco Marco Alessandrini – dona la veduta e ci aiuta a riaffermare il diritto alla bellezza che è di tutta la cittadinanza. Fatto questo determinante passo si innescherà un discorso con le intelligenze creative e con la città per capire cosa realizzare in questa area strategica. L’ottica sposata con la Regione è quella di demolire per ricostruire, questo rispettando la vocazione del posto, che sembra nato per l’accoglienza e per progetti di qualità turistica in grado di promuovere la città. Lo faremo condividendo ogni passo con tutti i soggetti utili ad arrivare a tale scopo. In primis le intelligenze creative che abbiamo a disposizione sul territorio, i soggetti portatori di interesse di tutte le categorie, condivideremo con la città il progetto che meglio rispecchierà i desideri di tutti, adoperando gli strumenti urbanistici adeguati a far rinascere la zona e a creare un polo attrattivo”.

I lavori per l’abbattimento dell’immobile sono stati aggiudicati alla C.E.S.A. srl di Roma con un ribasso del 36,899 per cento rispetto all’importo a base d’asta. La gara – cui avevano partecipato 55 aziende – è stata effettuata al massimo ribasso con base d’asta di poco superiore ai 758mila euro al netto dell’Iva di legge, per un impegno complessivo di 930mila euro, rientrando nella gara d’appalto anche i 46mila euro e i 135mila 500 euro, al netto di Iva di legge, che rappresentano gli oneri di sicurezza e del costo del personale che non possono essere oggetto di ribasso.

La durata massima dei lavori è fissata in 45 giorni. In caso di ritardi nell’esecuzione dei lavori, il disciplinare di gara prevede l’applicazione di penali nella misura dell’uno per mille dell’importo netto contrattuale per ogni giorno di ritardo; nel caso invece che la ditta vincitrice riesca a consegnare l’opera prima dei 45 giorni stabiliti, scatterà una premialità in denaro pari all’uno per mille dell’ammontare netto contrattuale (fino ad un massimo di 14mila euro) per ogni giorno di anticipo.

DIFFIDA DAL CENTRODESRTA, D’ALFONSO:”FORUNCOLI DI RABBIA

All’avvio dei lavori di demolizione dell’ex Cofa hanno partecipato, questa mattina, anche i consiglieri comunali di centrodestra che gia’ nei giorni scorsi avevano polemizzato sulla procedura seguita diffidando il dirigente del Comune. “Riteniamo che l’eliminazione di questa struttura sia un fatto positivo ma anche che le procedure seguite siano assolutamente viziate e non capiamo le ragioni per cui ci sia stata questa forzatura amministrativa, tipica delle amministrazioni guidate dal Partito democratico, sia a livello regionale che cittadino”, ha detto il capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli parlando anche a nome di Pescara Futura e Nuovo Centrodestra.

“Abbiamo diffidato il dirigente competente rispetto all’atto di assenso della demolizione, che riteniamo non si possa fare seguendo questa procedura, ma non abbiamo avuto alcun riscontro da parte del dirigente – ha spiegato Antonelli -. Credo che ci saranno delle attivita’ conseguenti da parte nostra e chiediamo che ci si impegni a discutere del futuro di queste aree perche’ l’eliminazione dell’ex Cofa e’ positiva ma non vorremmo che dietro si nascondessero delle manovre speculative che non rappresentino l’esclusivo interesse pubblico”. Tra l’altro Antonelli ha evidenziato che le spese di demolizione, con l’accordo di programma di due anni fa, sarebbero state “a costo zero per le casse pubbliche e avrebbe pagato la Camera di commercio, mentre ora pagano i cittadini e ci si chiede che fine faranno i 12 milioni e mezzo di euro che la Regione avrebbe dovuto incassare dalla alienazione. D’Alfonso e Alessandrini dovranno rispondere. Noi non protestiamo, ha messo in chiaro, ma sollecitiamo chi governa ad essere chiaro e trasparente”.

Il sindaco Alessandrini ha chiarito che “non siamo indifferenti alle sollecitazioni delle opposizioni, e ci sono stati degli approfondimenti degli uffici, ma non sono state ravvisate controindicazioni” a procedere. “Mi dispiace – ha commentato ironicamente D’Alfonso – per chi oggi assistera’ alla produzione di foruncoli di rabbia e di risentimento, ma purtroppo la vita pubblica e’ fatta anche di questo. Io vedo una grande gioia”.

D’ALFONSO SPERA IN RENZO PIANO E CHIAMA BOERI

“A questo punto, parta un sano dibattito pubblico e chiunque voglia bene a questa città, faccia conoscere il proprio punto di vista”. E’ stato questo l’invito di D’Alfonso, che dopo l’inizio della demolizione ha aggiunto: “Si è, finalmente, nelle condizioni di stimolare un combattimento di idee da parte di professionisti, imprenditori, ordini professionali, persino bambini, ed anche da parte di qualche competenza nazionale ed internazionale”. D’Alfonso, a tal proposito, si è lasciato sfuggire un nome: quello del grande architetto urbanista Stefano Boeri ma non esclude di voler interpellare anche Renzo Piano. “Con la demoliricostruzione, – ha sottolineato il Presidente – non solo il ponte sul mare diventa davvero la struttura principe di quest’area ma soprattutto si creano le premesse per ulteriori operazioni di riqualificazione. Una cosa è certa – ha affermato – non possiamo commettere errori in un’area di tale magia ed irripetibilità”. Il presidente D’Alfonso spera che “in questa fase, si scateni un’autentica bagarre di idee progettuali sulla destinazione futura di questo bene lingotto” della città. Ho chiesto all’architetto Stefano Boeri di aiutarci ad accompagnare questa espressione progettuale. Del resto, quando si ha a disposizione un’area di tale valore – ha spiegato – è logico ipotizzare di dover soddisfare il bisogno oggettivo di funzioni turistiche. In questa ottica, però, è necessario sviluppare un progetto di qualità che non trascuri il punto di vista di quanti sanno suggerire”. Infine,  ha aggiunto: “Occorrerà reperire le necessarie risorse finanziarie ed al tempo stesso bisognerà tenere nel debito conto la correttezza procedurale per garantire la quale mi farò aiutare dalla struttura tecnica”.

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