San Vito Chietino, Italia Nostra contro il mega villaggio turistico

sanvitoSan Vito Chietino. Con la delibera comunale n.29 del 29 aprile scorso, l’amministrazione di San Vito Chietino ha adottato una variante puntuale al Piano Regolatore con la quale trasforma la destinazione d’uso di un’area di circa 14 ettari, in contrada Foreste, da Zona agricola a Zona turistica di espansione. L’obiettivo è quello di consentire la realizzazione di un grande villaggio turistico, presentato al MIPIM 2010 di Cannes, come primo resort d’élite d’Abruzzo.

Il Piano prevede la realizzazione di un porto turistico con 300 posti barca, resort in contrada Foreste, interventi nel Centro storico, strutture relative ad una cosiddetta Banca dell’olio e del vino, parco a tema di forte attrazione di utenza ed altro ancora.

Il San Vito Resort Village sorgerà su una superficie di 200mila mq di cui 130mila interessati da 612 camere, seconde case, centro di talassoterapia per 9mila mq, sala meeting da oltre mille posti, centro culturale, 9 ristoranti, attrezzature sportive, piscine, parchi, ecc.

“Il progetto” spiega in una nota Giancarlo Pelagatti, presidente del Consiglio regionale di Italia Nostra “assume, nelle immagini esposte alla mostra, la forma consuete degli outlet, dei non luoghi per eccellenza, con la riproposizione di posticce architetture vernacolari, dalle consistenti dimensioni volumetriche e con elevazione in altezza di riguardo (tre piani fuori terra): in definitiva un richiamo esteriore, quanto superficiale, all’architettura locale. L’area d’intervento, inserita in un contesto ad alta vocazione agricola, si incunea per tre lati all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria Fosso delle farfalle determinando sicure interferenze con le capacità di rigenerazione delle risorse naturali, e con le capacità di carico dell’ambiente naturale. La stessa area di intervento, presenta anch’essa, al suo interno, ambiti di interesse di tipo vegetazionale per la presenza di formazioni vegetali rare. Si configura un intervento insediativo di notevole impatto urbanistico e paesaggistico e che introduce elementi di disturbo antropico in un ambito dalle delicate valenze floristiche e faunistiche. Il paesaggio viene indagato solo nella dimensione vegetazionale – produttiva. L’ambito, infatti, è classificato di alto valore produttivo agricolo. E’ stato facile per gli estensori della Relazione Preliminare, evidenziando la situazione di abbandono delle attività agricole, e sovrapponendo i tematismi della Carta dei Luoghi e Paesaggi, affermare che tale sovrapposizione non genera, per la zona turistica prevista, alcuna Criticità ambientale. La stessa valutazione del rischio non pare adeguatamente analizzata in relazione alla situazione geomorfologica dell’ambito e alla presenza di scarpate di notevoli dimensioni nell’immediato intorno, né viene menzionata la procedura di trasposizione delle scarpate morfologiche nello strumento

urbanistico. Dagli atti emerge che la proposta non è conforme agli strumenti di pianificazione sovraordinata, non è sostenuta da una adeguata Valutazione Ambientale Strategica rispetto all’impatto generale sul territorio comunale (consumi idrici, emissioni in atmosfera, impatto paesaggistico, aspetti geomorfologici ecc.) e rispetto all’impatto sul SIC (flora e fauna). Gli attesi ritorni economici non sono proporzionati al processo di valorizzazione fondiaria indotto e la promessa occupazionale non presenta sufficienti garanzie di certezza”.

Italia Nostra, dunque, respinge la logica dell’espansione urbana “come traino di un’economia di carta e di mattone, dissipatrice insostenibile sotto il profilo ambientale, sociale e anche economico: la città è un bene comune e non una merce.

La deriva petrolifera, gli usi impropri del territorio, sono una minaccia incombente per le bellezze della costa dei trabocchi; l’aggressione agli spazi contigui al reliquato ferroviario è pressante e continuativa, ne testimonia l’incessante attività di denuncia della Sezione di Lanciano e del Consiglio delle Sezioni abruzzesi”. L’Associazione chiede, dunque, un passo indietro, affinché la variante non venga approvata dal consiglio comunale del comune teatino.

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