Al termine del contratto o cambiando appartamento, l’inquilino può ottenere il rimborso sull’acquisto del condizionatore. Ecco come
I rapporti tra inquilino in affitto e proprietario di casa sono sempre molto particolari, soggetti a equilibri labili, talvolta a taciti accordi o guerre silenziose rispetto a varie questioni. Una su tutte, le spese che vengono realizzate sulla casa in affitto. Per esempio, se avete acquistato, pagato e fatto installare un climatizzatore, sappiate che potete farvi rimborsare. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Vivere in affitto è qualcosa che tutti hanno fatto almeno per un determinato periodo (soprattutto quando si è più giovani) nella vita. E, chiaramente, soprattutto quando si rimane nell’abitazione per un po’ di tempo, non mancano le spese per riparazioni o per l’installazione di elettrodomestici vari.
Ebbene, sappiate che alcuni lavori e alcune spese sono a carico del padrone di casa, mentre altre sono invece a carico dell’inquilino. Una spesa tra le più comuni è quella che riguarda l’installazione di un climatizzatore. Molti appartamenti (soprattutto quelli destinati a essere affittati) ne sono sprovvisti, ma, evidentemente, soprattutto per contrastare i periodi più caldi, l’inquilino può sentire la ferma necessità di doverne avere uno.
Oggi scopriremo se (ed eventualmente in che modo) al termine del contratto o cambiando appartamento, può farsi rimborsare la spesa effettuata. Ecco tutto quello che dice la legge italiana.
Ci si può far rimborsare il costo del climatizzatore?
Secondo l’articolo 1576 del Codice Civile, spettano all’inquilino tutte le spese che riguardano la manutenzione ordinaria dell’immobile: si tratta di piccole spese quotidiane, atte a rendere abitabile la casa. Qualche esempio: la tinteggiatura delle pareti, ma anche il buono stato degli infissi, compresa la riparazione o la sostituzione dei vetri o, ancora, la cura del verde (ove vi sia).
Al proprietario invece spettano tutti i costi legati alla manutenzione straordinaria, ovvero le spese di riparazione per il mantenimento dell’immobile in buono stato e utilizzabile dagli inquilini. Per esempio: la manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento, la manutenzione straordinaria dell’ascensore, la sostituzione di impianti, per la sostituzione o l’installazione di citofoni, serrature, ecc.
Ma la stella polare che tanto gli inquilini, quanto i proprietari delle case devono avere ben visibile sul proprio cielo è rappresentata dall’articolo 1592 del Codice Civile: chi abita nell’immobile può effettuare lavori o migliorare la condizione dell’appartamento, informando il proprietario di casa e ottenendo il consenso per procedere.
La spesa, però, dovrà essere sostenuta dall’inquilino stesso. E fin qui, tutto lineare. Ma cosa accade quando l’inquilino decide di abbandonare l’appartamento oppure il contratto scade naturalmente senza un rinnovo? Il climatizzatore, ovviamente, rimane nell’appartamento in questione, ma l’inquilino in uscita può ottenere un rimborso.
La legge dice che quando i beni acquistati e installati all’interno dell’immobile restano nella casa che viene liberata, il proprietario di casa deve versare all’inquilino un’apposita indennità a titolo di rimborso dell’acquisto. Ma a quanto ammonta questa somma? L’importo sarà pari alla minor somma considerata tenendo presente l’importo della spesa e il valore dell’oggetto nel momento in cui viene lasciato nell’appartamento.