Il diritto di recesso non sempre si può esercitare: ecco in quali casi lo si nega, l’elenco delle eccezioni.
Il mezzo della contrattazione è più comune di quanto si creda. Abitualmente, quando si stipula un contratto, sarebbe bene osservarlo rispettando l’accordo stesso e mantenendo la parola data. Vi è l’obbligo di rispettare l’impegno assunto tuttavia possono sorgere motivi per i quali sia doveroso sciogliere il patto.
Si può anche cambiare idea, magari perché non si è più convinti come prima e quindi sopraggiunge un ripensamento. In tale frangente è concesso servirsi del diritto di recesso, di regola entro 14 giorni, annullando semplicemente il contratto medesimo o un acquisto, senza fornire alcuna motivazione.
Ma, sebbene si abbia questa facoltà, non sempre è possibile farvi ricorso. Infatti la legge prevede determinate situazioni in cui è esclusa, dunque costituendo delle eccezioni. Quindi, riassumendo, tale beneficio non si applica a tutti gli accordi, anzi estromettendo alcune tipologie di beni o servizi.
Diritto di recesso, in questi casi non si può usufruirne: beni e servizi esclusi
Come precedentemente accennato, recedere significa tirarsi indietro e nel diritto privato vuol dire proprio sciogliere il vincolo. Può succedere, per esempio, durante lo shopping online oppure nel caso di acquisti promozionali o ancora i pacchetti vacanze – in quest’ultimo caso prima dell’inizio del soggiorno.
Perciò il venditore ha l’obbligo di rimborsare tutte le spese sostenute dal consumatore entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione in cui si manifesta la volontà di ‘revoca’ attraverso una dichiarazione esplicita trasmessa con raccomandata o mediante posta elettronica certificata.
Sebbene si voglia evidenziare l’esistenza di questo diritto, vi sono altrettante situazioni in cui non è possibile appellarvisi: a titolo di esempio l’acquisto del prodotto all’interno di un negozio fisico oppure un servizio professionale in uno studio dentistico o centro estetico.
Da tale esclusione si menzionino, specificamente, i beni o prestazioni ai quali si nega il diritto di recesso:
- beni deperibili: come gli alimenti, questi si rovinano velocemente;
- beni personalizzati o su misura: c’è stata una chiara richiesta da parte del cliente;
- biglietti per spettacoli, cinema e teatro;
- servizi già conclusi prima della scadenza del termine di recesso per il quale il consumatore aveva, precedentemente, dato il suo consenso alla rinuncia.
Quindi riassumendo: si può cambiare idea, specialmente nel caso in cui il consumatore non possa provare sul momento il prodotto scelto – e gli acquisti online o a distanza sono l’esempio perfetto – ciononostante, quando si parla di esplicita richiesta del consumatore medesimo o un servizio già eseguito, non è ammesso farvi ammenda.