I giudici di secondo grado hanno accolto l’appello delle associazioni ambientaliste sui cervi oggetto della delibera della discordia della Giunta regionale d’Abruzzo
C’era grande attesa per il pronunciamento della sesta sezione del Consiglio di Stato in merito alla proposta di abbattimento di quasi 500 cervi stanziati nel Parco Nazionale d’Abruzzo. I giudici di secondo grado hanno ribaltato l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni contrarie all’abbattimento degli animali. Ora sarà il Tar a pronunciarsi in maniera definitiva sulla questione, ma i cervi sono per il momento salvi, per la gioia di molti abitanti del posto da sempre abituati a convivere con ogni genere di animale.
Lo scorso 6 agosto la Regione Abruzzo aveva approvato, con una delibera di giunta datata comunque 8 agosto, un piano di abbattimento selettivo di 469 cervi. L’abbattimento doveva esser portato a termine da cacciatori abilitati e sarebbe dovuto avvenire in due aree specifiche dell’Abruzzo aquilano. Una decisione che aveva suscitato molte proteste da parte di tutte le associazioni ambientaliste del luogo e del Wwf in particolare.
Era diventato un affare molto più importante di quello che si pensava. I cervi del Parco Nazionale d’Abruzzo erano diventati un simbolo di come alcune decisioni vengano prese forse senza ascoltare bene tutte le parti in causa e affrontate soltanto come una questione venatoria. A inizio agosto una delibera approvata dal consiglio regionale dell’Abruzzo aveva deciso sull’abbattimento di quasi 500 cervi nella zona dell’aquilano per ridurre il numero di esemplari cresciuto a dismisura negli ultimi anni che, secondo qualcuno, poteva risultare pericoloso per i turisti che si trovavano a transitare su determinate strade. La delibera era stata impugnata da molte associazioni ambientaliste che avevano presentato ricorso al Consiglio di Stato. La sesta sezione del secondo grado dei giudici oggi ha deliberato la sospensione dell’abbattimento dei cervi ribaltando di fatto l’ordinanza della Regione. Ora la parola passa al Tar per la sentenza definitiva.
Una decisione che chiaramente ha fatto esultare tutte le associazioni ambientaliste che si erano opposte all’abbattimento, ma che ha soprattutto incontrato il favore della gente che da sempre vive in quelle zone e che sa come rapportarsi con determinati animali che compongono la fauna della regione Abruzzo. “Accogliamo questa decisione con molta gioia”, dice Lucia intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni. “Io abito nel Parco Nazionale d’Abruzzo, a Villetta Barrea, e qui abbiamo almeno un paio di cervi che ogni giorno girano tranquillamente per il paese indisturbati. E non hanno mai provocato problemi o danni a nessuno. Non ho capito che tipo di necessità c’era nell’abbatterli”. Anche la signora Rita è della stessa opinione, “Ho 50 anni e da quando sono piccola, la convivenza con gli animali è sempre stata un baluardo del nostro Parco. Però mi rendo anche conto che in alcune zone si sono verificati dei problemi seri, relativi soprattutto a veri e propri attacchi alle coltivazioni. Conosco amici contadini che non sanno più cosa fare. Il problema è che bisognerebbe muoversi cercando di risolvere quel tipo di problema, non andando a uccidere indistintamente tutti i cervi”. Proprio uno dei contadini del posto ci ha voluto dire la sua: “Io qui nel Parco Nazionale d’Abruzzo preferisco cento volte gli animali alle persone”, ci racconta sempre in esclusiva Nicholas. ” Una legge del genere sarebbe stata folle, soprattutto in un ambiente come questo”.