L’incidente della petroliera russa ha portato Greenpeace a lanciare l’allarme ambientale. Ma quali sono i rischi per l’Italia? Lo abbiamo chiesto ad un esperto.
Non è un periodo fortunato per le petroliere russe. Dopo le prime tre petroliere battente bandiera Mosca che hanno avuto problemi nei giorni scorsi, nelle ultime ore a dover interrompere la navigazione per un incidente è anche l’imbarcazione Mercury. Una situazione davvero preoccupante e che ha portato Greenpeace a lanciare un allarme per quanto riguarda l’impatto ambientale.
Ma quali sono i veri rischi e soprattutto esistono pericoli per i mari italiani? Noi queste domande le abbiamo poste in esclusiva a Francesco Bignami, ricercatore del Cnr e dell’Ismar.
Dottor Bignami, partiamo dall’incidente della petroliera Mercury. Quale impatto ambientale può avere una vicenda simile?
“Le cose fondamentali sono due per quanto riguarda l’impatto idrocarburi non raffinati in mare. Il primo in superfice inquina l’acqua e quindi agisce sull’ecosistema e quindi sulla fauna marina anche fino all’inquinamento delle cellule vegetali che compongono il fitoplancon. La seconda è che quando il greggio, anche in superficie, invecchia ci sono dei processi di aggregazione dell’idrocarburo e quindi si creano pezzi di catrame e molti di questi vanno ad affondare e si impatta ambientalmente l’ecosistema bentico, ovvero tutti gli animali che vivono sul fondo come il gambero rosa della Sicilia. Io credo che anche lì dove è avvenuto il disastro ci saranno dei crostacei che vivono sul fondo“.
Questo tipo di cosa che è successa potrebbe avere un impatto nei mari italiani? È accaduto in Russia, lontana da noi, ma ci sono dei rischi per l’Italia?
“Una petroliera rispetto alla grandezza dell’oceano è un punto. Un po’ di roba può andarsene via con la corrente, ma probabilmente resta una cosa principalmente locale“.
Come è possibile che nel 2024 accadano eventi di questo tipo?
“La tecnologia marittima non è perfetta e mai lo sarà. Diciamo che nel 2024 dobbiamo essere contenti che gli incidenti si sono ridotti rispetto al passato. E’ anche vero che il trasporto di idrocarburi nel mare è cresciuto visto l’aumento della domanda in confronto con gli anni scorsi“.
Potrebbe essere che le petroliere non sono così moderne?
“Quello ci sta. Bisogna vedere anche i protocolli di sicurezza di costruzione e di navigazione. È una composizione di modernità della piattaforma e anche di competenza del personale che la gestisce. Ci sono anche cause naturali come per esempio magari il maltempo“.