Redditi da lavoro autonomo e cumulo pensioni, l’annuncio a sorpresa gela tutti

Una novità spiazza tutti: ecco cosa succede se, oltre a percepire la pensione, hai anche un reddito da lavoratore autonomo.

Ad alcuni sembra assurdo: tanti anni e tanta fatica per arrivare alla pensione e poi ci si rimette a lavorare. Eppure sono tanti gli anziani che dopo la pensione tornano al lavoro o come dipendenti o, molto più spesso, come lavoratori autonomi. Il motivo? Possono essere diversi.

pensione e reddito da lavoro autonomo
Importanti novità per i pensionati che si rimettono a lavorare/Abruzzo.cityrumors.it

La ragione più comune è la necessità di arrotondare la pensione. Le pensioni in Italia sono piuttosto basse e non in linea con gli attuali costi della vita. Di conseguenza molti hanno bisogno di rimettersi a lavorare per arrivare alla fine del mese con più tranquillità o per aiutare i figli a comprare casa.

In secondo luogo molti, semplicemente, non riescono a stare a casa, si annoiano e così preferiscono rimettersi a lavorare dedicandosi, magari, a qualche attività autonoma che rispecchia i loro interessi come fare i cuochi a domicilio oppure organizzare eventi o altro ancora. Ma cosa succede alla pensione se una persona si rimette a lavorare?

Pensione e reddito da lavoro autonomo: ecco cosa succede

Molte persone, per arrotondare l’assegno previdenziale o anche solo per ché a casa si annoiano o, ancora, per aiutare amici o parenti nella loro attività, dopo essere andati in pensione si rimettono al lavoro in forma autonoma. Ma cosa succede in questi casi? Si possono avere conseguenze negative per quanto riguarda l’importo della pensione?

dichiarazione dei redditi per i pensionati
Ecco cosa devi fare se dopo la pensione ti sei rimesso a lavorare in forma autonoma/Abruzzo.cityrumors.it

Partiamo da una premessa: in Italia chi va in pensione con la pensione di vecchiaia ordinaria, può anche rimettersi a lavorare sia come dipendente sia come lavoratore autonomo. Pertanto chi va in pensione a 67 anni con almeno 20 di contributi, dopo può farsi riassumere da qualche azienda oppure può ritornare a lavorare in forma autonoma.

Stesso discorso per chi va in pensione con Quota 41 o con la pensione anticipata ordinaria. Ma che cosa bisogna fare poi al momento della dichiarazione dei redditi? I titolari di pensione sono tenuti, come ogni lavoratore, ad inviare all’ente pensionistico  la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo riferiti all’anno precedente.

I termini sono gli stessi dei liberi professionisti. Pertanto anche i pensionati che svolgono lavoro autonomo devono presentare la dichiarazione dei redditi relativi al 2023 entro il 31 ottobre 2024. I redditi da lavoro autonomo devono essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali e assistenziali e al lordo delle ritenute erariali. Il reddito d’impresa deve essere dichiarato al netto anche delle eventuali perdite deducibili.

Alcune categorie, però, sono esenti dall’obbligo di dichiarazione dei redditi. Nello specifico l’esenzione interessa i seguenti pensionati:

  •  titolari di pensione e assegno di invalidità avente decorrenza compresa entro il 31 dicembre 1994;
  • titolari di pensione di vecchiaia liquidata nel sistema contributivo;
  •  titolari di pensione di anzianità e di trattamento di prepensionamento a carico dell’assicurazione generale obbligatoria;
  • titolari di pensione o assegno di invalidità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria.

Si ricorda, infine, che chi decide di accedere alla pensione con Ape sociale non può rimettersi a lavorare. E’ ammesso solo il lavoro autonomo ma occasionale e fino ad un massimo di 5000 euro all’anno. Chi trasgredirà questo divieto dovrà restituire all’Inps tutti i soldi ricevuti.

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