Prendere il sole prendendosi cura delle pelle: come evitare i rischi dell’abbronzatura. I consigli di PiùSalute

Con l’approssimarsi della bella stagione e l’allentamento delle misure restrittive per contrastare la diffusione della pandemia da Covid, in molti ne approfitteranno per farsi la tintarella. Prendere il sole fa bene, se fatto in sicurezza. Al contrario, un’esposizione prolungata ai raggi solari senza prendere precauzioni, può comportare rischi anche gravi.

Prendere il sole comporta indubbi benefici al nostro organismo. Stimola la produzione della vitamina D, così preziosa per le nostre ossa per l’assorbimento intestinale del calcio e per il deposito di materiale proteico nell’osso. In secondo luogo favorisce la vasodilatazione e la produzione di melanina.

Noti sono poi gli effetti positivi che il sole ha sull’umore e questo è facilmente dimostrabile per antitesi. Nei paesi più freddi e bui sono più frequenti i casi di depressione, tanto che è si parla sempre più spesso del disturbo della Sad, seasonal affectvie disorder. Ai pazienti a rischio viene diagnostica l’esposizione alla luce solare o a fonti luminose in grado di riprodurla. Non è ancora stato chiaramente definito in che maniera il sole aiuti a combattere i disturbi dell’umore, ma esistono diverse ipotesi che chiamano in causa la produzione di serotonina e melatonina.

Questi discorsi sono veritiere però solo nella misura in cui l’esposizione non avvenga in maniera sconsiderata. Prendere il sole per periodo di tempo prolungati e senza protezioni espone a diversi rischi. In primis scottature, eritemi e l’insorgere di macchie solari. Ma anche l’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo, il proliferare di acne, righe e cheratosi e la ridotta capacità antiossidante della pelle. Il rischio più grosso è rappresentato dal pericolo di melanoma, un tumore cutaneo non particolarmente diffuso, ma la cui incidenza è sempre più frequente.

Gli amanti dell’abbronzatura quindi non dovrebbero immediatamente buttarsi al sole per ore, ma dovrebbero farlo gradualmente, permettendo alla cute di “abituarsi” ed utilizzando protezioni quali cappelli, occhiali da sole e creme protettive.

In questo senso è utile conoscere il proprio fenotipo. Ne esistono infatti di 6, che determinano il grado di fragilità della cute: il fenotipo 1 è quello che denota maggior delicatezza, il 6 quello più resistente. Per conoscere il proprio fenotipo, valutare lo stato dell’epidermide e conoscere quali sono le tecniche di prevenzione più raccomandate è possibile eseguire una visita dermatologica, in maniera tale da potersi concentrare sulla tintarella senza pensieri.

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