Cos’è il pignoramento dello stipendio e della tredicesima? Ecco tutte le novità nel 2024 e quali sono i cambiamenti che devi assolutamente conoscere.
Nel contesto del lavoro dipendente, il pignoramento dello stipendio rappresenta un meccanismo attraverso il quale una parte della retribuzione mensile di un lavoratore può essere trattenuta per soddisfare debiti nei confronti di creditori terzi.
Conoscere i limiti e le regole che governano questo processo è essenziale sia per i dipendenti che per i datori di lavoro. Nel 2024, alcune novità hanno modificato il panorama del pignoramento, rendendolo ancor più importante da comprendere e gestire correttamente.
Novità nel 2024: eccole
Il limite massimo pignorabile dallo stipendio di un dipendente dipende dalla natura del debito. Per debiti ordinari, come quelli contratti con soggetti privati, la quota massima pignorabile è di 1/5 dello stipendio netto. Tuttavia, per i tributi dovuti a enti pubblici, come Stato, province e comuni, il limite è anch’esso pari a 1/5 della retribuzione.
Va tenuto presente che per i pignoramenti effettuati dall’agente della riscossione, le soglie possono variare a seconda dell’importo del debito. Un’altra eccezione si applica nel caso degli alimenti dovuti per legge, dove le somme pignorate non possono superare 1/3 dello stipendio netto.
Il pignoramento si applica sullo stipendio netto spettante al dipendente, una volta sottratte le ritenute fiscali e i contributi previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore. Questo include tutte le componenti della retribuzione mensile, comprese eventuali mensilità aggiuntive come la tredicesima e la quattordicesima.
In caso di più pignoramenti per cause diverse, la trattenuta complessiva non può superare la metà dello stipendio netto. Se i pignoramenti riguardano le stesse cause, si applica il limite del quinto dello stipendio. Alcune voci presenti nella busta paga, come il rimborso spese, le trasferte, gli assegni familiari e le indennità di maternità o malattia, non possono essere oggetto di pignoramento.
Anche il trattamento integrativo, come il Bonus Renzi, non è soggetto a pignoramento in quanto ha natura fiscale e non di retribuzione. Il decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 ha introdotto alcune novità significative nel codice di procedura civile riguardo al pignoramento di crediti verso terzi.
Tra queste, limiti precisi sugli importi dei crediti pignorabili e l’introduzione dell’articolo 551-bis c.p.c., che stabilisce la perdita d’efficacia del pignoramento dopo 10 anni dalla notifica al terzo. Tuttavia, il creditore può mantenere l’efficacia del pignoramento notificando una dichiarazione di interesse al mantenimento del vincolo pignoratizio nei due anni precedenti la scadenza del termine decennale.
In conclusione, il pignoramento dello stipendio e della tredicesima è un meccanismo importante per la soddisfazione dei debiti dei lavoratori dipendenti, ma è soggetto a precisi limiti e regole che è essenziale comprendere per evitare controversie e per garantire un corretto equilibrio tra i diritti dei creditori e quelli dei dipendenti. Le novità del 2024 hanno introdotto ulteriori dettagli da considerare, rendendo necessaria un’attenta valutazione delle normative vigenti.