Pensioni 2025, il tranello del bonus Maroni: ecco perché non dovresti richiederlo

Il bonus Maroni è uno dei più richiesti negli ultimi anni. Ma siamo sicuri che sia vantaggioso? In realtà nasconde un grande tranello.

Il mondo delle pensioni in Italia è come un campo minato e i nodi da sciogliere, ormai, sono tantissimi. Da un lato c’è l’urgenza di aumentare in misura adeguata gli assegni minimi che sono ancora troppo bassi in relazione al costo della vita. Dall’altro lato agevolare le uscite anticipate favorirebbe l’assunzione dei giovani nelle aziende.

giorgia meloni in primo piano
Pensioni 2025, il tranello del bonus Maroni: ecco perché non dovresti richiederlo -(foto Ansa)- Abruzzo.cityrumors.it

Il problema, come sempre, è che bisogna fare i conti con le casse dell’Inps che non se la passano troppo bene. E questo impone di non correre troppo in fretta e non azzardare passi più lunghi delle gambe. Il Governo di Giorgia Meloni, da ormai 3 anni, sta facendo i conti con l’impossibilità di cancellare la Legge Fornero senza compromettere la stabilità del sistema di previdenza sociale.

L’Esecutivo, seppur con mille dubbi, anche per il 2025 ha riconfermato tutte le misure di pensione anticipata già in vigore l’anno scorso con una piccola modifica: ha esteso la platea dei possibili beneficiari del bonus Maroni. Apparentemente molto vantaggioso, in realtà questo “premio” nasconde un grande tranello. Non conviene affatto richiederlo.

Bonus Maroni: come funziona e a chi spetta

Il Governo Meloni si trova in una situazione più complicata che mai per quello che riguarda le pensioni: una sorta di sabbie mobili da cui è sempre più difficile uscire. Per disincentivare troppe uscite anticipate è stato deciso di estendere il bonus Maroni ma questo piccolo premio nasconde un enorme tranello.

giorgia meloni con aria pensierosa
Bonus Maroni: come funziona e a chi spetta -(foto Ansa)- Abruzzo.cityrumors.it

Il bonus Maroni è stato introdotto con lo scopo di mettere un freno alle troppe uscite anticipate di massa dai luoghi di lavoro con Quota 103. Questa misura, consente di accedere alla pensione ad appena 62 anni con 41 anni di contribuzione: dunque con addirittura 5 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria.

Se un “esercito” di lavoratori ogni anno va in pensione 5 anni prima del previsto, per l’Inps è la fine. Da qui l’idea di introdurre un premio per chi, pur avendo raggiunto i requisiti continuerà a lavorare. Il bonus Maroni consiste in una decontribuzione. Ogni mese il lavoratore dipendente riceverà in busta paga il 9,19% in più, cioè la percentuale di contributi che dovrebbe versare all’Inps.

Da quest’anno il bonus è stato esteso non solo a coloro che rinunceranno a fruire di Quota 103 ma anche a chi rinuncerà ad uscire dal lavoro prima con la pensione anticipata ordinaria. A molti sembra un bel vantaggio ma, a ben vedere, analizzando questa misura, si scopre che ha più svantaggi che vantaggi.

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Bonus Maroni: ecco perché è un tranello

Il bonus Maroni consiste nel ricevere ogni mese in busta paga il 9,19% in più non versando la propria parte di contributi all’Inps: dunque chi, pur avendo i requisiti per la pensione, deciderà di restare a lavorare, avrà uno stipendio più sostanzioso. Eppure questo apparente vantaggio nasconde un tranello.

uomo disperato con una mano sulla faccia
Bonus Maroni: ecco perché è un tranello/Abruzzo.cityrumors.it

Facciamo due conti e prendiamo il caso di una persona con uno stipendio di 1500 euro al mese. Grazie al bonus Maroni costui riceverà circa 150 euro in più in busta paga.Non moltissimi ma comunque fanno pur sempre comodo specialmente di questi tempi.

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Il problema è un altro: quel 9,19% di contributi che il lavoratore non versa, non verranno versati da nessuno infatti l’azienda non ha alcun obbligo. Pertanto chi fruirà del bonus Maroni, quando smetterà di lavorare, avrà meno contributi di quelli che dovrebbe avere e, di conseguenza, avrà anche una pensione più bassa di quella che gli spetterebbe. Vale davvero la pena per un 9,19% in più in busta paga?

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