Pensione anticipata con alcuni trucchi che poi tanto di prestigio non sono: tutte le regole e i requisiti richiesti
Andare in pensione prima dei tempi limite è un po’ il sogno di tutti coloro che dopo una vita passata a lavorare vorrebbero godersi la seconda parte della vita in modo sereno, con un meritato riposo, una vacanza o tutte quelle cose che non si è mai riusciti a fare per mancanza di tempo.
Almeno per il 2025 e per il 2026 il Governo ha confermato che l’età per andare in pensione, a prescindere dai contributi, è 67 anni sia per le donne che per gli uomini, ma non tutti sanno che esistono le possibilità di andarci prima senza aspettare il limite della pensione di vecchiaia. Sono trucchi legali per meritare il meritato addio al lavoro senza, diciamo così, invecchiare troppo.
Iniziamo subito con il vedere insieme quali sono le possibilità di andare in pensione prima, perché non sono poche. Parliamo per prima dell’Ape sociale che nel 2025 non ha subito modifiche rispetto a quanto previsto per il 2024, mantenendo invariati i requisiti di accesso: lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose svolte per almeno 6 degli ultimi 7 anni o per almeno 7 degli ultimi 10 anni al momento della richiesta, invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74%; caregiver che assistono familiari in condizioni di grave disabilità da almeno 6 mesi, lavoratori disoccupati che hanno esaurito l’indennità di disoccupazione come la Naspi.
Per andare in pensione prima con l’Ape sociale occorre avere i seguenti requisiti: avere almeno 63 anni e 5 mesi di età; almeno 30 anni di contributi per gli invalidi civili, i disoccupati e i caregiver, oppure almeno 36 anni di contributi per i lavoratori che svolgono mansioni gravose mentre le lavoratrici madri possono ridurre il requisito contributo di 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni; non aver raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
Un’altra opportunità per le donne è rappresentata anche da Opzione Donna, confermata dalla legge di bilancio 2025. La misura consente alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata se in possesso di alcuni requisiti maturati entro il 31 dicembre 2024, ovvero: almeno 61 anni d’età con riduzione di 1 anno per ogni figlio fino a un massimo di 2 anni, oppure in caso di licenziamento o dipendenti di imprese in stato di crisi; almeno 35 anni di contributi.
L’importo dell’assegno pensionistico viene calcolato secondo il metodo contributivo, mentre la domanda va presentata online tramite il portale web dell’INPS. Possono usufruire di questa forma di pensione anticipata solo 3 categorie di lavoratrici: caregiver; invalide civili per almeno il 74%; dipendenti o licenziate di imprese con un tavolo di crisi aperto al 1° gennaio 2025.
Un altro modo per uscire prima dal lavoro è la pensione anticipata ordinaria. Nel 2025 sono rimasti invariati i requisiti per beneficiare di questa agevolazione previdenziale, a prescindere dall’età anagrafica possono andare in pensione prima: le donne con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi versati; gli uomini con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. In questi casi l’assegno previdenziale spetta dopo 3 mesi dalla decorrenza della pensione.
Esistono trucchi per andare in pensione prima anche per i lavoratori precoci, coloro che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni d’età. In particolare, per accedere alla pensione anticipata i lavoratori precoci devono: aver maturato almeno 12 mesi di contributi entro il compimento del 19° anno d’età; raggiungere 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026.
I lavoratori precoci devono rispettare anche questi requisiti: essere disoccupati e avere concluso da almeno 3 mesi la fruizione dell’intera indennità di disoccupazione; occuparsi dell’assistenza di persone con handicap grave o ultrasettantenni con patologie invalidanti; avere una capacità lavorativa ridotta di almeno il 74%; aver svolto dei lavori usuranti come quelli notturni, addetti alla linea di catena e conducenti di veicoli con capienza complessiva di almeno nove posti adibiti al trasporto collettivo; aver svolto dei lavori gravosi per un certo periodo di tempo, almeno 7 anni nell’ultimo decennio oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni.
Alcuni esempi: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido, conduttori di mezzi pesanti e camion, operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca.
Chi ha svolto da lavoratore dipendente attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o per almeno metà della vita lavorativa, può accedere al pensionamento anticipato, ma solo se in possesso di alcuni requisiti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026: aver maturato almeno 35 anni di contributi; avere un’età di almeno 61 anni e 7 mesi in caso di lavoratori dipendenti (bisogna comunque aver raggiunto una quota minima di 97,6 calcolando l’età anagrafica e l’anzianità contributiva, oppure un’età di almeno 62 anni e 7 mesi per i lavoratori autonomi e in questo caso la quota deve essere pari almeno a 98,6.
Si intendono lavori usuranti i seguenti: lavoratori notturni; operai di catena di montaggio; conducenti del trasporto pubblico di mezzi con una capacità complessiva di almeno 9 posti; lavoratori impegnati in lavori ad alte temperature, in galleria, nelle cave, in cassoni ad aria compressa o in spazi ristretti. La domanda per la pensione va presentata all’INPS in modalità telematica entro il 1° maggio 2025 per le richieste inerenti il 2026.