Chieti. Centinaia di imprenditori aderenti alla FIFO – Federazione Italiana dei Fornitori Ospedalieri e alla PMI Sanità, in rappresentanza degli oltre 100mila addetti del settore, hanno manifestato insieme ai loro dipendenti in Piazza della Repubblica a Roma il 17 aprile scorso per contestare il payback sui dispositivi medici.
La controversa misura del payback è stata introdotta nel 2015 dal governo Renzi ma per anni è rimasta inapplicata fino al licenziamento dei decreti attuativi posti in essere dal recente governo Draghi. Tale norma prevede che ai fornitori di dispositivi medici venga chiesto di rimborsare il 50 per cento del superamento degli scostamenti dal tetto di spesa regionale per l’acquisto di dispositivi medici.
Tale strumento è stato fin da subito contestato dalle imprese del settore che hanno ritenuto incomprensibile ed inaccettabile che debbano essere le stesse imprese private a ripianare una parte dei debiti per l’acquisto dei dispositivi medici generato dalla pubblica amministrazione, debito che, per inciso, ammonta a circa 2,1 miliardi di euro per le sole annualità dal 2015 al 2018.
Lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha stanziato circa 1,1 miliardi di euro in favore delle Regioni per limitare l’impatto del payback sui dispositivi medici sulle aziende del settore. Questa misura viene comunque ritenuta insufficiente dalle aziende che evidenziano criticità e rischi di questo meccanismo.