Attenzione al tuo TFR: scopri come, secondo la legge, il datore di lavoro potrebbe sottrartelo e cosa fare per proteggere i tuoi diritti
Il TFR, o trattamento di fine rapporto, consiste in un importo che viene trattenuto dal datore di lavoro tutti i mesi da ogni busta paga, che verrà poi successivamente liquidato al dipendente una volta terminato il rapporto di lavoro. Ma si è titolari di questa somma di denaro accumulata mensilmente nel corso degli anni, quando si arriva al termine della propria esperienza lavorativa, in ogni caso, sia in caso di licenziamento per giusta causa sia davanti all’ipotesi di dimissioni volontarie?
Per rispondere correttamente a questo interrogativo è necessario fare prima le dovute precisazioni. Cercheremo di capire se anche quando ci si dimette, si ha diritto al TFR e se è possibile che la relativa somma possa essere diminuita senza il consenso del lavoratore. In parole più semplici, quindi, si può benissimo dire che il trattamento di fine rapporto sia una forma di retribuzione differita che va ad accumularsi nel corso del rapporto lavorativo.
Controlla subito la tua busta paga: non farti rubare i soldi
L’articolo 2120 del Codice Civile regola la disciplina del trattamento di fine rapporto, prevedendo che, per ogni anno di servizio, venga riconosciuta al lavoratore una quota pari alla retribuzione annua lorda divisa per 13,5. A questa quota bisogna poi successivamente aggiungere una rivalutazione annuale in base all’indice ISTAT.
Il trattamento di fine rapporto, di regola, dev’essere liquidato in un’unica soluzione una volta terminato il rapporto di lavoro, insieme all’ultima busta paga spettante al lavoratore in uscita. Poi, dato che molte aziende utilizzano il TFR come forma di autofinanziamento, i contratti collettivi possono prevedere un periodo di tolleranze per versarlo in favore del lavoratore. In tali ipotesi, il versamento in un’unica soluzione potrebbe risultare difficoltoso. Vediamo i casi in cui però il TFR invece di venire differito si perde totalmente.
Il TFR può essere perso nell’ipotesi in cui il lavoratore lo abbia chiesto anticipatamente prima della cessazione del rapporto di lavoro, laddove la normativa lo consenta. Un’altra ipotesi in cui si perde il TFR è quando il lavoratore ha un pignoramento dello stipendio ancora in corso al momento della cessazione del rapporto lavorativo.
Nel caso in cui il lavoratore abbia causato dei veri e propri danni al proprio datore, quest’ultimo potrà agire in giudizio affinché il giudice possa condannarlo a pagare un danno pari all’importo del TFR. Infine, rispondendo al primo interrogativo, il TFR dev’essere liquidato al termine di un rapporto di lavoro sia in caso di licenziamento per giusta causa sia in caso di dimissioni.