Nella Legge di Bilancio, il Governo potrebbe decidere di inserire una novità riguardante il pensionamento automatico per i dipendenti statali.
Sono tante le ipotesi che circolano in merito alla prossima Legge di Bilancio su cui il Governo sta lavorando in vista dell’approvazione definitiva, prevista entro il 31 dicembre 2024 per entrare poi in vigore dal 1° gennaio del 2025.
Fra le ipotesi di cui si è parlato nelle scorse settimane, anche quella relativa alla possibilità di uno stop per le pensioni automatiche dei lavoratori statali. Secondo le norme attualmente in vigore, alcuni lavoratori statali possono andare in pensione d’ufficio, ossia senza presentare la domanda al raggiungimento di determinati requisiti. Una possibilità non accolta favorevolmente dai sindacati che si sono subito detti contrari alla proposta.
Si attendono novità in merito alla prossima Manovra di Bilancio su cui è impegnato attualmente il Governo, considerato l’avvicinarsi del termine per l’approvazione finale del testo. Molte sono le indiscrezioni che si sono susseguite in queste settimane ed una, in particolare, ha provocato la reazione dei vari sindacati.
L’ipotesi in questione è quella che riguarderebbe uno stop al pensionamento d’ufficio per i lavoratori statali che, stando alle leggi in vigore, possono accedere alla pensione, al raggiungimento di determinati requisiti, senza dover necessariamente presentare la richiesta.
Secondo le normative vigenti, difatti, è prevista la risoluzione obbligatoria del rapporto a 60 anni di età, per gli appartenenti alle forze dell’ordine, a 65 anni di età per chi ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi, o a 67 anni di età per gli altri.
Una soluzione avanzata per cercare di arginare la fuga del personale, soprattutto quello con più conoscenza ed esperienza che attualmente sembra essere difficile da reperire per la pubblica amministrazione. Ovviamente, la possibilità di allungare la propria carriera sarebbe su base volontaria e non obbligatoria, come quanto accade già per i medici. Non si starebbe valutando, dunque, l’innalzamento dell’età per accedere alla pensione.
Questa possibilità al vaglio del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), però, non ha trovato il favore dei sindacati che, subito, si sono schierati contro l’ipotesi di fermare, anche se su base volontaria, il pensionamento automatico soprattutto perché, almeno da quanto emerso sino ad ora, la misura non prevedrebbe incentivi o aumenti in busta paga, contrariamente a quanto accade con il personale sanitario che decide di rimanere in servizio.