Ci sono alcuni casi che portano alla sospensione e decadenza della NASpI del mese di settembre: cosa sapere per evitare problemi.
La NASpI rappresenta l’ammortizzatore sociale rivolto a coloro che perdono il lavoro per motivi non imputabili alla loro volontà. Questo strumento è pensato per offrire supporto finanziario durante il periodo di inattività lavorativa e la ricerca di una nuova posizione lavorativa. Per tale ragione è utilissimo conoscere i casi in cui scatta la sospensione o la decadenza, così da evitare problemi.
Richiedere la NASpI è un passaggio comune per le persone che perdono involontariamente il lavoro. È possibile fare richiesta a partire dall’ottavo giorno successivo alla perdita di lavoro o dal giorno seguente alla presentazione della domanda, a condizione che sia stata presentata entro 67 giorni dalla perdita del lavoro. In caso contrario non sarà più possibile. La durata massima della misura può arrivare fino a 24 mesi.
Non è insolito vedere lavoratori trovare un impiego, anche temporaneo, durante il periodo di percezione della NASpI, ma quali sono le conseguenze? Questa domanda frequente ha una risposta ben precisa: facciamo chiarezza.
NASpI sospesa o decaduta? I casi da conoscere per evitarle
La NASpI è uno strumento davvero molto importante per le persone che perdono il lavoro per motivi che vanno oltre la loro volontà. L’indennità corrisponde al 75% dello stipendio medio percepito negli ultimi quattro anni, incrementato del 25% per l’eventuale differenza che supera lo stipendio medio minimo garantito. A partire dal sesto mese di beneficio, l’importo della misura è ridotta progressivamente del 3% mensile.
Il meccanismo presente stimola il beneficiario a ricercare in maniera attivo un nuovo lavoro. Quando lo trova è possibile continuare a ricevere la misura, che invece decade in presenza di una nuova occupazione stabile. La NASpI può essere ridotta in base al tipo di lavoro trovato e al reddito generato dall’occupazione.
L’importo dell’indennità si riduce nel caso in cui il beneficiario inizi una nuova attività lavorativa autonoma, ma solo se il reddito annuo prodotto, e la conseguente imposta dovuta, sono inferiori alle detrazioni fiscali spettanti, pari a circa 5.500 euro di reddito annuo. La riduzione applicata è dell’80% dei redditi generati.
La misura viene sospesa quando si trova un nuovo impiego come dipendente, purché il contratto di lavoro subordinato abbia durata inferiore ai sei mesi e un reddito annuo sotto gli 8.145 euro. In questa fase di sospensione, il diretto interessato deve comunicare all’INPS l’inizio della nuova occupazione e i redditi attesi.
In assenza di comunicazione la misura è sospesa per tutta la durata del nuovo rapporto lavorativo, mentre decade definitivamente se con il nuovo lavoro si superano le soglie citate in precedenza o si ottiene un contratto con durata superiore ai sei mesi.