Ci sono documenti che, più di altri, devono essere conservati per lungo tempo. Soprattutto se riguardano il Fisco.
Quando si parla di documenti da conservare ci si può preparare un bel faldone, anche più di uno per la verità, e con tanta pazienza mettersi a dividere tutto quello che si ha tra le mani e riporlo in maniera ordinata così da ritrovare il tutto all’occorrenza. Ma per quanto tempo bisogna conservare gli scontrini o le bollette pagate? E ancora, dopo quanto tempo il Fisco può decidere di fare controlli e chiedere il Modello 730 o le ricevuto di pagamento di Irpef, Irap e così via? Cerchiamo di capire per tipologia di documento come fare.
La conservazione dei documenti fiscali è un aspetto importante; certo il rischio ancora oggi è quello di ritrovarsi per tanto tempo con faldoni di documenti in casa che poi si riveleranno essere inutile, ma è sempre meglio prevenire. Questo perché, di qualsiasi settori si stia parlando, la presenza di un documento è una garanzia per il cittadino.
L’esempio più semplice e immediato che si può fare è quello delle bollette: se per caso arriva un reclamo da parte dell’azienda che fornisce luce o gas rispetto ad una fattura il cui pagamento a loro non è segnalato, se l’utente/cliente ha la fattura di pagamento può dimostrare che l’errore è dell’azienda e non si troverà così in una situazione di torto, in cui sarà costretto anche a pagare.
Ancora di più se poi parliamo del rapporto con il Fisco. L’Agenzia delle Entrate e Riscossione si prende anche lunghi tempi per controlli approfonditi e di ulteriori check, per cui è sempre bene avere a portata di mano tutta la documentazione necessaria.
Conservazione dei documenti fiscali, attenzione alla prescrizione e ai tempi richiesti
Certo però non si può vivere una vita sommersi dalle scartoffie; è vero che esiste la digitalizzazione e nei prossimi anni sarà sempre più praticata, ma anche questa occupa uno spazio che arrivato ad un certo punto necessita di essere liberato. Ma quanto bisogna attendere prima di farlo? Dipende dal tipo di documento.
Andando su questioni pratiche, c’è una regola da seguire quando si parla di documenti fiscali ovvero la regola dei cinque: la maggior parte dei documenti, infatti, deve essere conservata per un massimo di 5 anni. Vale, ad esempio, per le fatture pagate di forniture di acqua, luce e gas, ma anche per il pagamento del mutuo o per quei documenti che riguardano detrazioni o sgravi fiscali.
Il lustro e il minimo e anche il massimo richiesto e trascorso questo termine né le imprese fornitrici né tanto meno il fisco possono obiettare controlli o nuovi pagamenti, in quanto il periodo di riferimento della documentazione è andato in prescrizione.
Ci sono documenti che hanno però tempi di prescrizione più lunghi. In particolare, è consigliato ai cittadini di conservare per almeno 7 anni tutta la documentazione relativa al Modello 730, in quanto l’Agenzia delle Entrate può avviare controlli anche in lunghi periodi successi. Si arriva, infine, alla cifra tonda dei 10 anni per le ricevute di pagamento di Irpef, Iva e Irap a cui si aggiungono anche atti notarili, rogiti, atti di matrimonio, separazioni e diplomi.