Con il nuovo sistema di calcolo dell’Isee da gennaio potrebbe essere più facile accedere a bonus ed agevolazioni: cosa potrebbe cambiare.
L’Isee, indicatore della situazione economica equivalente, è uno strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie. Tiene conto sia dei redditi che dei patrimoni e delle caratteristiche di un nucleo familiare. È molto utile, ad esempio, per ottenere bonus ed agevolazioni.
In base infatti alla fascia reddituale in cui si rientra è possibile ricevere o meno un determinato aiuto da parte dello Stato, della Regione o del Comune di residenza. Tra poco però il meccanismo di calcolo usato finora potrebbe cambiare. Si tratta di una proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che mira ad estendere i benefici ad una platea più ampia.
L’Isee è un indicatore economico importantissimo, che permette ai cittadini di accedere o meno ad un determinato beneficio. Attualmente si ricava dalla Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica), ma dal 2026 il meccanismo di calcolo potrebbe di fatto cambiare.
Qualora infatti la proposta del ministro Salvini venisse accettata, si renderebbero i criteri di valutazione più bilanciati e calibrati sulle effettive condizioni economiche delle famiglie. Una delle prime novità in questo senso sarebbe l’eliminazione della prima abitazione dal patrimonio considerato nell’Isee. Questo perché molto spesso la casa di proprietà finisce per penalizzare l’accesso alle misure di sostegno, nonostante sia stata acquistata con grandi sacrifici e mettendo da parte il denaro necessario nel corso del tempo.
Per casi come questi, non dovrebbe scattare l’automatica esclusione da aiuti, contributi o sussidi pubblici, a causa di un calcolo Isee troppo rigido e poco rappresentativo delle difficoltà economiche quotidiane. Ha spiegato Salvini. Lasciando il calcolo dell’Isee così com’è, si rischia di non riuscire a cogliere le reali difficoltà individuali, con il risultato di nuclei familiari che possono accumulare più bonus contemporaneamente, poiché rientrano nei paramenti, ed altri che restano esclusi dagli aiuti pur avendo difficoltà economiche concrete.
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Secondo il ministro, ci sarebbe poi anche un altro problema. Lo scarto temporale dei dati. L’Isee misura redditi e patrimoni di due anni prima, non la situazione attuale. Quindi è chiaro che non possa tenere conto dei reali bisogni delle famiglie. Infine, andrebbero riviste le soglie patrimoniali, che oggi penalizzano chi possiede piccoli risparmi o un modesto appartamento. In questo modo, più persone potrebbero accedere a bonus ed incentivi, subendo minori penalizzazioni.