Migliaia di persone devono restituire soldi all’Inps e non riceveranno più l’assegno mensile. Un incubo che diventa realtà.
L’Inps ti dà ma l’Inps ti toglie se non sei in regola con i parametri. Migliaia di cittadini ora si vedranno sospendere l’assegno mensile. Non solo: dovranno restituire indietro tutti i soldi che hanno già ricevuto.
Sono ore di forti tensioni per migliaia di cittadini: l’Inps ha comunicato che molti non riceveranno più il loro assegno mensile e, ciò che è peggio, dovranno restituire indietro tutte le somme percepite fino ad ora. Un incubo che, per molti, è già realtà e che rischia di mettere in ginocchio tante famiglie.
Nei mesi scorsi sono partiti i controlli a tappeto sui percettori dell’Assegno di Inclusione, il sussidio che, a partire dallo scorso gennaio ha preso il posto del vecchio Reddito di Cittadinanza. Molte famiglie non in regola con i requisiti e che avevano fornito informazioni mendaci pur di ottenere l’aiuto, hanno dovuto restituire tutto. Ora è la volta dei pensionati. Sembra incredibile eppure molti dovranno restituire la pensione e non la riceveranno più.
Pensione: se rientri in questi casi, devi restituirla indietro
Hai lavorato 30 anni o 40 per arrivare alla pensione e ora l’Inps la rivuole indietro. Non è un incubo, purtroppo è la realtà. L’Istituto di Previdenza Sociale ha fatto sapere che alcuni anziani dovranno restituire tutto e non riceveranno più l’assegno mensile.
Nell’occhio del mirino dell’Inps ci sono coloro che sono andati in pensione in anticipo sfruttando due misure: Quota 103 e Ape sociale. Infatti entrambe queste opzioni, apparentemente molto vantaggiose, in realtà nascondono delle insidie e chi sbaglia poi deve pagare. E anche tanto.
Quota 103 si rivolge a tutti e permette di andare in pensione ad appena 62 anni con almeno 41 anni di contributi. Se opti per la pensione anticipata con questa misura, il tuo assegno mensile non potrà mai superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Questo limite verrà meno solo quando avrai raggiunto i 67 anni di età: a quel punto l’Inps ti riconoscerà la tua pensione per intero.
Piò o meno stesso discorso per Ape sociale con cui è possibile accedere alla pensione a 63 anni e 5 mesi con un requisito contributivo che oscilla dai 30 fino ai 36 anni, a seconda della categoria lavorativa a cui appartieni. A differenza di Quota 103, Ape sociale non si rivolge a tutti ma solo a:
- caregiver da almeno 6 mesi;
- disabili con invalidità pari o superiore al 74%;
- disoccupati;
- coloro che svolgono lavori usuranti.
Chi sceglie di andare in pensione con Ape sociale dovrà rinunciare alla tredicesima e alla quattordicesima e la sua pensione non potrà superare 1500 euro al mese. Sia con Quota 103 che con Ape sociale non è possibile tornare a lavorare per arrotondare l’assegno previdenziale.
Ammesso solo il lavoro autonomo occasionale fino ad un massimo di 5000 euro all’anno. Se l’Inps scopre che, mentre fruivi dell’assegno di Quota 103 o di Ape sociale, sei tornato a lavorare, a quel punto ti sospenderà immediatamente l’assegno e dovrai restituire indietro tutti i soldi ricevuti.