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Economia e Finanza

In pensione con soli 30 anni di contributi: l’assegno mensile è altissimo

I lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva di almeno 30 anni possono accedere ad alcune forme di pensionamento anche nel 2025.

Le modalità che consentono di lasciare il lavoro nel 2025 sono diverse. Oltre alla tradizionale pensione di vecchiaia, i lavoratori possono accedere ai vari meccanismi di pensionamento anticipato che sono stati confermati dall’ultima Legge di Bilancio.

In pensione con soli 30 anni di contributi: l’assegno mensile è altissimo (Abruzzo.cityrumors.it)

Alcune di queste forme per lasciare l’impiego prevedono come requisito una determinata anzianità contributiva maturata dal richiedente. In particolare, molti si chiedono come sia possibile andare in pensione con 30 anni di contributi versati e come sarà calcolato l’assegno pensionistico. Capiamo tutto quello che c’è da sapere in merito e quali forme di pensionamento esistono per chi ha versato 30 anni di contributi.

Pensione, come lasciare l’impiego con 30 anni di contributi nel 2025

È possibile andare in pensione avendo maturato un’anzianità contributiva di 30 anni? Questa la domanda che molti lavoratori si pongono. In realtà, secondo l’attuale sistema previdenziale italiano, esistono delle forme di pensionamento avendo versato 30 anni di contributi.

Pensione, come lasciare l’impiego con 30 anni di contributi nel 2025 (Foto da Ansa) – Abruzzo.cityrumors.it

Tra queste forme rientrano: la pensione di vecchiaia contributiva e l’Ape Sociale. In particolare, la prima permette di lasciare l’impiego con almeno 20 anni di contributi e avendo compiuto il 67esimo anno di età. Inoltre, è necessario sapere che questa formula è prevista solo per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e ha raggiunto un assegno pari ad 1,5 volte l’assegno minimo Inps.

L’Ape Sociale, invece, è rivolta ai lavoratori che hanno compiuto 63 anni e 5 mesi di età, maturato almeno 30 anni di contributi e appartengono ad una delle seguenti categorie: disoccupati; disabili con almeno il 74% di disabilità accertata; caregiver che assistono da almeno 6 mesi un familiare disabile; lavoratori che hanno maturato 36 anni di contributi, di cui almeno 7 degli ultimi 10 impegnati in professioni considerate gravose.

Per quanto riguarda l’importo, accedendo all’Ape Sociale, non trattandosi di una vera e propria pensione, ma di un un’indennità erogata sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, la cifra erogata mensilmente non può superare i 1.500 euro e viene calcolata in base alla pensione che dovrebbe ricevere il richiedente al momento della domanda.

La pensione di vecchiaia contributiva, invece, è calcolata tenendo conto dei contributi versati a partire dal 1996 e di un montante contributivo che rappresenta la somma dei contributi versati dal lavoratore rivalutati annualmente.

In entrambi i casi è necessario inoltrare domanda all’Inps per accedere a queste due forme di pensionamento attraverso il portale online dell’ente o rivolgendosi ad un patronato o Caf.