È molto importante sapere come e quando usare il Telepass perché potrebbe costare il licenziamento. Un precedente fa paura: ecco che cosa sapere.
Sono in tanti a trovare comodo il dispositivo per il telepedaggio in autostrada, in grado di far saltare la fila di auto al casello autostradale. Negli anni, il sistema si è evoluto, diventando un vero e proprio ecosistema di mobilità integrata, dando impulso a un processo di innovazione, tanto da essere un caso studiato all’università di Harvard.
Oltre al semplice pedaggio autostradale, sono diverse le cose che si possono fare con il Telepass, pensiamo ai parcheggi, al pagamento area C e del bollo auto, ai monopattini elettrici; ma anche a bici, treni, scooter, autobus, assicurazioni, ricarica di auto elettriche, auto a noleggio, skipass e rifornimento carburante, tra le tante opzioni. Tuttavia, è molto importante conoscere tutte le informazioni sull’uso del Telepass quando si ha l’auto aziendale, per evitare il licenziamento.
Telepass con auto aziendale: i controlli del datore di lavoro
Il datore di lavoro ha diritto di controllare l’auto aziendale concessa, ma non quella per uso personale o promiscuo, anche se ci sono dei limiti per tutelare la libertà e la privacy del dipendente. Il veicolo aziendale deve essere usato in modo conforme e corretto, per questo ci sono varie verifiche, ma il capo non può installare sistemi di localizzazione GPS oppure altri dispositivi che controllano a distanza, almeno se il lavoratore non è stato avvisato.
L’utilizzo di questi strumenti di localizzazione devono essere finalizzati solo ed esclusivamente a esigenze organizzative o di sicurezza. In ogni caso, il controllo del datore di lavoro non deve eccedere i limiti necessari e deve essere proporzionato alle varie finalità perseguite. Detto ciò, il Telepass installato su un’auto aziendale non è considerato un dispositivo di controllo di lavoro a distanza, vietato dallo Statuto dei lavoratori.
In pratica, è visto come uno strumento di controllo organizzativo interno, del quale il lavoratore dipendente è al corrente. Proprio su questa base, bisogna dire che la Corte di Cassazione, mediante ordinanza n. 17008 del 20 giugno 2024, ha confermato la legittimità del licenziamento di un lavoratore, per questo è importante fare attenzione.
Ma il licenziamento deve scattare solo quando la condotta del dipendente è grave, in quanto la legge impone una proporzione tra sanzione disciplinare e violazione. Sono sicuramente ammesse delle brevi deviazioni per scopi urgenti o familiari, che potrebbero sorgere nel corso di una giornata.