Poste Italiane è oggetto di prossima privatizzazione e di recente la società è stata ampiamente criticata dai cittadini.
Il Governo sta pensando di vendere parte di Poste Italiana, presumendo un incasso di oltre 4,4 miliardi di euro, una cifra certamente utile alle Casse dello Stato ma con potenziali effetti negativi su vari fronti. Ciò che sta succedendo in Poste, però, ha forse marginalmente un nesso con i progetti di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia.
Di fatto, stanno aumentando i disagi per i cittadini, e forse è solamente l’inizio di una serie di problemi che si riverseranno, ancora una volta, sulle categorie più fragili.
Parliamo di eventi che stanno accadendo a livello locale, che forse sono collegati o forse no alla prossima cessione di parte delle quote di Poste, un affare ghiotto per il Governo ma che di fatto potrebbe non portare alcun beneficio ai cittadini, se non nel comparto occupazionale. Dato di cui comunque non v’è certezza. Ecco cosa sta succedendo e perché è la spia che forse a breve i disagi aumenteranno.
Utenti infuriati con Poste italiane, quali sono i danni subiti dai cittadini
Alcuni fatti di cronaca stanno passando quasi inosservati perché riguardano piccole realtà cittadine, ma forse sono il segnale di qualcosa che non funziona o di prossimi cambiamenti che si riveleranno sgraditi per i cittadini.
Parliamo nello specifico della chiusura improvvisa di due uffici postali, uno a Stradella in provincia di Pavia e l’altro a Carrara, in Toscana. I cittadini hanno visto gli uffici postali chiudere improvvisamente a causa di “lavori di restyling”, ma la chiusura sarà molto lunga: almeno 2 mesi.
La preoccupazione dei cittadini, in entrambi i casi, è che in realtà dietro all’abbassamento delle serrande temporaneo si nasconda una chiusura definitiva. Poste Italiane, come sappiamo, offre servizi fondamentali e anche un solo ufficio chiuso può causare immensi disagi alla popolazione di riferimento.
Dalle cronache locali emerge infatti tuta la rabbia dei clienti di Poste, che così dovranno cercare altri uffici per espletare le operazioni, nonostante l’azienda abbia annunciato l’implementazione dei servizi in alcuni uffici vicini a quelli chiusi.
Il problema è che in alcune città e piccoli comuni gli uffici postali “più vicini” si trovano a chilometri di distanza, il che è comprensibilmente un problema in più per gli anziani, costretti ad usare mezzi pubblici (magari ridotti per il periodo estivo) o a chiedere aiuto ai familiari.
“Un disservizio inconcepibile”, come sostengono giustamente i cittadini coinvolti, e che si aggiunge ad un altro fenomeno molto preoccupante: la desertificazione bancaria. Due congiunture che rischiano di mettere in seria difficoltà chi deve effettuare pagamenti o prelevare contanti o comunque dare mandato di operazioni bancarie fondamentali. Situazione che pare non susciti molto interesse e si cui si temono ulteriori peggioramenti.