Una proposta neanche troppo velata per evitare di dissolvere il patrimonio bancario della regione abruzzese. Il direttore della Cna di Teramo e vice presidente della Bcc dell’Adriatico teramano, Gloriano Lanciotti, nell’approvare quanto dichiarato ieri dal Governatore Luciano D’Alfonso sulla salvaguardia delle Bcc con il territorio, torna a riprendere l’idea già lanciata in passato ma mai raccolta di una unione di intenti tra le Bcc.
Tenendo, infatti, conto delle diverse realtà presenti in provincia di Teramo, di certo i numeri si fanno importanti. Le cinque Bcc, quella di Castiglione, che ha una dimensione interprovinciale, la Bcc di Basciano, la Bcc di Teramo, la Bcc dell’Adriatico Teramano e la Bcc del Vomano, raccolgono quasi 10 mila soci, oltre 100 dipendenti, 20 sportelli su tutto il territorio provinciale,-circa 350 milioni di raccolta e quasi 300 milioni di impieghi.
“Messe insieme”, dice Lanciotti, “potrebbero diventare una dignitosa banca territoriale tutta teramana, in grado di dare risposte e sostegno al tessuto imprenditoriale e alle famiglie del nostro territorio”.
E sul dibattito proposto già in passato sulla realizzazione di una grande banca regionale, mettendo insieme tutte e quattro le Casse di Risparmio, il direttore di Cna parla di “mancanza di volontà politica, la poco lungimiranza, gli egoismi”, che non hanno consentito la realizzazione di questo progetto, mentre al contrario sarebbero “arrivati gli errori strategici, la mala gestione, che hanno portato in pochi anni alla dissoluzione di un patrimonio per la nostra regione”.
Dopo aver perso la governance delle grandi banche, vedi Tercas e Caripe, la Carichieti e la Bls, attualmente in regione ci sono 9 banche di credito cooperativo con una sessantina di sportelli.
“La Federazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, i vertici regionali delle BCC, chi governa oggi la regione Abruzzo”, conclude Lanciotti, “hanno una grande responsabilità, quello che abbiamo criticato in passato e che non si è riusciti a fare, dovrebbe essere oggi da insegnamento, speriamo che non prevalgano ancora una volta piccoli interessi di bottega e la salvaguardia di qualche poltrona che qualcuno vuole conservare”.