I rifiuti speciali non possono essere soggetti a doppia tassazione. Ad affermarlo è la Cna di Teramo che chiede alle amministrazioni comunali di non appesantire ulteriormente, attraverso la Tari, le attività industrialie artigianali all’interno delle quali si producono rifiuti speciali, così come a tassazione non devono essere soggette quelle superfici, come magazzini e aree scoperte, “funzionalmente” collegati.
E lo fa, riprendendo una recente risoluzione del Ministero dell’Economia che ha chiarito alcuni dei punti più controversi legati alla tassa sui rifiuti.
“Una interpretazione”, sostiene l’associazione presieduta da Gianfredo De Santis e diretta da Gloriano Lanciotti, “che in pratica sancisce l’impossibilità di tassare due volte le aziende che producono rifiuti speciali: una prima volta per il conferimento (effettivo) dei loro materiali ad aziende specializzate; e una seconda volta anche per quello che le aziende non fanno, ovvero lo smaltimento attraverso i cassonetti dei Comuni”.
Per questo motivo la Cna diffida le amministrazioni comunali dal procedere alla riscossione del tributo, anche a seguito di un’interpretazione dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani a proposito, che non si ritiene corretta.
L’associazione, inoltre, si dichiara anche “pronta anche a ricorrere alla magistratura amministrativa per far valere le ragioni delle imprese che si vedessero richiedere la tassa, i Comuni teramani devono invece recepire nei propri regolamenti le indicazioni del ministero, procedendo senza ulteriori indugi allo sgravio della tassa per le imprese produttrici di rifiuti speciali”.