Dal 1° gennaio del 2026 entreranno in vigore le nuove regole, introdotte dall’ultima Legge di Bilancio, per i dipendenti della PA che hanno debiti con il Fisco.
Tra le novità introdotte dall’ultima Legge di Bilancio, approvata dal Governo a dicembre, rientrano quelle in materia fiscale. Una delle più rilevanti, che sarà operativa dal 1° gennaio del prossimo anno, è quella che riguarda i debiti con il Fisco per i dipendenti della Pubblica Amministrazione per i quali potrà scattare il blocco dello stipendio.

In particolare, per i lavoratori pubblici che hanno un debito di oltre 5mila euro ed una retribuzione mensile sopra una certa soglia potrà essere disposto il blocco per permettere il recupero delle somme, ma sempre nel rispetto delle regole vigenti per il pignoramento di pensioni e stipendi. Il provvedimento interesserà, secondo le stime, circa 30mila lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Pubblica Amministrazione, le nuove regole per i dipendenti con debiti con il Fisco
L’articolo 1, commi 84 e 85, della Manovra 2025 contiene nuove disposizioni che riguardano i dipendenti della Pubblica Amministrazione che hanno contratto debiti con il Fisco e non hanno regolarizzato la propria posizione.

Dal 1° gennaio 2026, secondo le nuove norme, per i dipendenti pubblici con debiti oltre 5mila euro ed una retribuzione mensile sopra i 2.500 euro lordi mensili scatterà il blocco degli emolumenti per permettere il recupero delle somme. In particolare, in casi come quelli appena descritti verrà inviata una segnalazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione che bloccherà l’erogazione per recuperare le somme dovute, ma sempre nel rispetto delle regole vigenti per quanto riguarda il pignoramento di pensioni e stipendi. Nel dettaglio, non è possibile “aggredire” somme superiori ad un settimo per gli stipendi e ad un decimo per altre indennità una tantum, ad esempio la tredicesima.
La nuova procedura doveva essere operativa già dal 2025, ma si è scelto di optare per un rinvio al prossimo anno per consentire alla Pubblica Amministrazione di adeguare i propri sistemi ai controlli che dovranno essere effettuati per poi inviare le segnalazioni al Fisco. Sarà onere dei datori di lavoro, difatti, accertare i vari casi e procedere con il blocco dei pagamenti con il relativo avviso all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Come abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, secondo le stime del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), i dipendenti pubblici interessati sarebbero circa 30mila. Il rinvio dell’entrata in vigore della nuova procedura permetterà a quest’ultimi anche di regolarizzare la propria posizione prima che le misure siano ufficialmente operative.