Avere debiti con il Fisco non piace a nessuno, ci sono però delle regole ben precise sul pignoramento per chi ha una pensione da 1.500 euro.
È capitato certamente a tutti di avere dei debiti, a volte semplicemente perché si è stati costretti ad affrontare una serie di spese impreviste, in altri casi si chiedono presti o mutui alla banca, che costringono a dover mettere da parte ogni mese una cifra ad hoc così da non andare incontro a irregolarità di alcun tipo.
Chi vive situazioni simili sa però quanto questo alla lunga possa risultare pesante, c’è chi addirittura si ritrova a non dormire la notte se si rende conto di dover mettere da parte più denaro rispetto a quanto preventivato (basi pensare, ad esempio, a un guasto alla macchina o a un intervento improvviso dal dentista).
Quando questo coinvolge direttamente il fisco c’è evidentemente il timore che l’Agenzia delle Entrate possa difendere i propri interessi attraverso un pignoramento, operazione che porta a nom poter più gestire quanto di propria proprietà. Se questo dovesse accadere, i problemi non potrebbero che essere maggiori, anche se fortunatamente c’è una norma ad hoc che può tutelare i contribuenti.
Pignoramento per i debiti con il fisco? Ecco cosa prevede la norma
L’idea di subire un pignoramento spaventa un po’ tutti, soprattutto perché in genere questo può riguardare beni di valore come l’auto o la macchina. Ma è davvero possibile evitarlo o si tratta di una conseguenza inevitabile quando si hanno debiti con il fisco? L’operazione può essere richiesta da un creditore al Tribunale (banca, fornitore, professionista, Agenzia delle Entrate, etc.) anche nei confronti di un pensionato, anche se in questo caso ci sono dei limiti ben precisi da rispettare per legge.
È stato infatti deciso di tutelare gli utenti che possono trovarsi in queste situazioni così spiacevoli, così da non metterli in ulteriore difficoltà. È infatti pignorabile solo una parte della pensione, secondo il Decreto Aiuti in vigore dal 22 settembre 2022, quello corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con il minimo di 1.000 euro. Ogni anno è previsto l’aggiornamento dell’assegno sociale, la pignorabilità riguarda quindi solo la parte della pensione che supera quella somma. Non solo, c’è anche l’ulteriore limite l’ulteriore limite della pignorabilità di un quinto.
È possibile così fare un esempio per rendere il quadro più chiaro. Nel 2024 l’importo dell’assegno sociale è pari a 534,41 euro per 13 mensilità, quindi il minimo vitale di sostentamento che viene garantito è superiore a 1000 euro. Chi prende una pensione mensile pari a 1.500 euro, come è il caso della maggior parte delle persone, potrà subire un pignoramento solo sulla parte eccedente la somma corrispondente al doppio dell’assegno sociale.
Questo il calcolo che si dovrà eseguire: 1500-1069 =431 euro, che a loro volta potranno essere pignorati solo per un quinto: 431/5=85 euro circa. Il pignoramento per chi riceve questa cifra mensile è quindi solo pari a 85 euro. Qualora dovesse esserci l’esigenza da parte dell’INPS di recuperare parte dei debiti contratti con qualcuno, l’ente potrà trattenere esclusivamente questa cifra, non di più. Da questo si può dedurre un altro imprtante concetto: chi riceve la pensione minma non può andare incontro ad alcun tipo di pignoramento.