Contratto d’affitto scaduto: che succede se non si lascia la casa e come funziona lo sfratto 2024

Cosa succede se scade il contratto d’affitto e non si lascia l’immobile? Ecco cosa dice la legge.

Scaduto il termine del contratto d’affitto, il locatore può sfrattare l’inquilino se questi dovesse rifiutarsi di lasciare l’immobile? Se lo domandano in tanti. È una circostanza che si verifica frequentemente, trattasi del cosiddetto “incubo dei proprietari degli immobili”, i quali sono letteralmente terrorizzati dall’idea di dover mettere in atto delle vere e proprie battaglie legali per rimpossessarsi del proprio immobile. Invero, le soluzioni nel caso in cui tale espediente dovesse verificarsi sono molte e tutte disciplinate ad hoc da legislatore.

Contratto d'affitto scaduto
Che succede se non si lascia la casa e come funziona lo sfratto -Abruzzo.cityrumors.it

In linea generale, allorché il contratto di locazione giunga al termine, il conduttore deve lasciare l’immobile. Talvolta ciò non accade, e l’inquilino occupa la casa in assenza di un titolo che legittimi la sua presenza all’interno dell’appartamento.

Cosa può fare dunque in questo caso il proprietario? Se il locatore non dovesse riuscire a riprendere il possesso del suo immobile al termine del contratto di locazione, può richiedere lo sfratto per finita locazione. Innanzitutto dovrà rivolgersi ad un Avvocato, il quale adirà l’Autorità Giudiziaria, presentando il contratto d’affitto scaduto e la notifica di disdetta, inviata all’inquilino 6 mesi prima della scadenza del contratto.

Contratto d’affitto scaduto: cosa può fare il proprietario in poche mosse

Lo sfratto per finita locazione è un procedimento molto celere volto alla tutela del proprietario che si ritrovi a fronteggiare il diniego dell’inquilino di lasciare l’immobile. Lo sfratto per finita locazione è disciplinato dall’art 657 del Codice di Procedura Civile ed è un’azione esperibile soltanto allorché il proprietario abbia previamente inviato all’inquilino l’avviso, con il quale, ha manifestato l’intenzione di non rinnovare il contratto. Trattasi infatti di una condizione imprescindibile.

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Dunque, per il Giudice è necessario che il proprietario abbia agito secondo legge e, che si rivolga ad un Avvocato. Il procedimento è disciplinato dall’articolo 657 del Codice di Procedura Civile ed inizia con l’invio di un atto di intimazione di sfratto per finita locazione.

Viene allegata a questi, la citazione per l’udienza di convalida che non viene fissata prima di 20 giorni dalla notificazione dello stesso atto. Le conseguenze sono diverse a seconda del comportamento dell’inquilino.

Se l’inquilino non si presenta, il Giudice procede alla convalida dello sfratto, rendendolo esecutivo. Se si presenta, ma non oppone convalida, il Giudice ordina lo sfratto. Se si presenta e si oppone, allegando alla sua richiesta di opposizione validi motivi, ad esempio la mancata notifica della disdetta, si discute circa l’opposizione.

Se l’opposizione è accolta, il Giudice invia tutto alla giustizia ordinaria. Se invece dovesse ritenere che è infondata, emette un’ordinanza non impugnabile di rilascio dell’immobile.

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