A proposito di buoni fruttiferi postali, il 31 dicembre prossimo scatterà la scadenza per molti. A questo punto sarà necessario pagare.
Ormai è ufficiale, arriva una novità per il popolo italiano, costretto ad aprire il portafoglio e dunque a pagare quanto di dovuto allo Stato.
Ma cosa sono i buoni fruttiferi postali? Sicuramente molti di voi sanno di cosa stiamo parlando, ma per quei pochi che non ne sono a conoscenza preferiamo fare una piccola introduzione esplicativa in merito. Si tratta di base dei prodotti di investimento finanziario e costituiscono quello che viene chiamato risparmio postale.
I buoni fruttiferi postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, società che è controllata direttamente dallo Stato Italiano. Inoltre sono collocati in esclusiva dalle Poste Italiane. Si tratta di uno strumento che ha numerose caratteristiche da analizzare e se avete qualche dubbio la cosa più saggia da fare è rivolgervi direttamente al vostro consulente finanziario.
Buoni fruttiferi postali, quando bisogna pagare?
Entro il 31 dicembre si deve pagare l’imposta di bollo sui buoni fruttiferi postali, ma come si fa a calcolarla? Andiamo dunque a scoprire tutto più da vicino e cerchiamo di analizzare quelli che sono i movimenti da fare.
Per ogni anno di vita del nostro prodotto si calcola alla fine dell’anno l’imposta di bollo, anche se poi viene di fatto “accantonata” per poi essere addebitata nel momento in cui si chiede il rimborso. Se tutto questo è più basso di un euro si pagherà comunque una cifra di un euro.
Per tutti i buoni fruttiferi postali cartacei e dematerializzati, che sono stati emessi dopo il 1° gennaio del 2009, come riportato da Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti, è prevista un’imposta di bollo di 34,20 euro minima.
Va specificato però che nel caso in cui il valore di rimborso dei titoli al 31 dicembre sia al di sotto di 5mila euro, allora non si pagherà l’imposta di bollo. Questa è applicata a partire dal 2012 in una misura proporzionale dello 0,10% di quell’anno, dello 0.15% per il 2013, 0.20% per il 2014.
Sottolineiamo, a proposito dei buoni fruttiferi postali che la forma che conviene di più è quella dematerializzata. Infatti per quanto riguarda quella cartacea il titolo viene rilasciato e va custodito per essere mostrato per andare a riscuotere il denaro. Mentre quella dematerializzata è una scrittura contabile che viene effettuata su un conto legato al regolamento.