Nelle scorse settimane, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito cosa accade alle quote residue del bonus ristrutturazione in caso di morte del beneficiario.
La Corte di Cassazione si è espressa, con una recente sentenza, sul bonus ristrutturazione e, in particolare, sul trasferimento delle detrazioni agli eredi del beneficiario. L’agevolazione, difatti, prevede una detrazione Irpef suddivisa in dieci quote annuali dello stesso importo, ma cosa accade se il richiedente muore prima di aver usufruito dell’intero bonus?
A rispondere sono stati i giudici della Suprema Corte. Secondo gli Ermellini, la detrazione può essere trasferita agli eredi, ma solo se si verificano specifiche condizioni, in caso contrario non sarà più possibile usufruire delle quote residue del bonus ristrutturazione.
Ormai da anni è stato introdotto in Italia il bonus ristrutturazione che consiste in un’agevolazione rivolta ai cittadini che effettuano degli interventi di miglioramento sugli immobili posseduti. In particolare, per il 2025, è possibile ottenere una detrazione Irpef pari al 50% delle spese sostenute, sino ad un tetto massimo di 96mila euro. Questa aliquota è valida per le prime case, mentre per gli altri immobili scende al 36%.
Secondo quanto stabilito dal Governo nell’ultima Legge di Bilancio, dal 2026 la percentuale scenderà al 36% per le prime case e al 30% per gli altri immobili, mentre dal 2028 si stabilizzerà al 30% per tutti gli edifici. In ogni caso, la detrazione sarà suddivisa in 10 quote annuali dello stesso importo e dovrà essere richiesta in sede di dichiarazione dei redditi.
Cosa accade se il beneficiario muore durante il periodo di fruizione delle detrazioni? Ad esprimersi sul punto la Corte di Cassazione con la sentenza numero 11731 del 5 maggio 2025. La Suprema Corte ha stabilito che le detrazioni possono essere trasferite agli eredi del richiedente, ma solo a determinate condizioni. Nel dettaglio, gli eredi possono automaticamente usufruire delle quote residue del bonus ristrutturazione solo se quest’ultimi mantengono la detenzione materiale e diretta dell’immobile su cui sono stati effettuati gli interventi di miglioramento. In sintesi, l’erede deve continuare a disporre dell’abitazione e non basta essere solo proprietario. Nel caso in cui, l’immobile viene concesso in locazione o venduto, gli eredi perdono il diritto alle detrazioni residue.
Il caso esaminato dagli Ermellini riguardava un uomo che aveva ereditato la casa della madre, deceduta prima di aver usufruito interamente del bonus ristrutturazione. Al decesso della donna, il figlio aveva deciso di concedere in locazione l’immobile. A quel punto, l’Agenzia delle Entrate non ha più erogato le quote residue, decisione impugnata dall’erede. Il ricorso è stato rigettato prima dalla Commissione Tributaria Regionale e successivamente dalla Suprema Corte che ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate in quanto l’erede non aveva mantenuto la detenzione diretta dell’immobile oggetto della ristrutturazione.