A partire da gennaio 2025 alcune categorie di invalidi potranno beneficiare di un contributo economico molto consistente: quali?
Quello dell’assistenza agli anziani e agli invalidi è un tema che sta molto a cuore alle autorità governative. Se poi si tratta di anziani disabili, allora questa categoria è ancora più tutelata dalla nostra normativa.
Non è un segreto che queste siano due delle categorie sociali più fragili, sia da un punto di vista pratico che economico. E proprio per questo lo Stato gli riserva una serie di bonus e agevolazioni.
A regolamentare questi bonus è solitamente la legge 104/92, più semplicemente nota come 104. A partire da gennaio 2025, dunque, alcune categorie di invalidi anziani con 104 potrebbero ricevere un consistente bonus mensile.
Si tratta di un’iniziativa nata il seno al PNRR, che prevede misure inclusive e assistenziali per tutti gli anziani di almeno 80 anni di età che già percepivano l’indennità di accompagnamento. In altre parole anziani con grave disabilità che necessitano di assistenza costante per svolgere anche le funzioni più basilari.
Ma non solo, poiché per ricevere il bonus bisognerà rientrare anche in un determinato requisito economico. Questa misura è infatti destinata agli anziani con bassissimo reddito, i quali hanno difficoltà ad affrontare le spese per l’assistenza anche con l’indennità di accompagnamento.
L’idea è quella di riservare il contributo a soggetti con ISEE massimo di 6mila euro, almeno per il biennio 2025 – 2026. Il bacino di utenza di questa iniziativa è stimato a circa 25mila persone, mentre l’importo erogato su base mensile sarà di 850 euro (a cui si sommano i circa 530 euro dell’indennità di accompagnamento).
E per quanto riguarda il grado di disabilità? Per stabilire in maniera oggettiva la situazione, è prevista una verifica da parte di una commissione medica, tecnica e scientifica. La quale lavorerà poi al fianco dell’INPS alla definizione dei parametri necessari.
A questo punto, però, è necessaria una specifica. Questo contributo mensile non verrà versato in denaro, quanto piuttosto sotto forma di voucher da spendere per l’assistenza. Non solo, bisognerà spendere ogni mese l’intero contributo, per non rischiare che venga sospeso quello successivo.
Questa misura è sicuramente volta a controllare che i fondi vengano spesi per gli oneri a cui sono effettivamente destinati, eppure la loro gestione potrebbe risultare problematica, soprattutto per chi non si è mai trovato prima a gestire i voucher.