Taglio dei fondi da parte del Governo. Una decisione definita “inspiegabile”. Ecco che cosa sta per accadere.
Un cambiamento radicale arriverà dopo la decisione del Governo di bloccare i fondi per un particolare settore nonostante il parere contrario del Ministero della Cultura e della Commissione Cultura. Il Consiglio dei Ministri ha preso una decisione spiazzante che toglierà spazio e risorse ad un settore importante nella nostra nazione lasciando il monopolio ai colossi americani e asiatici.
Le scelte del Governo non sempre sono comprensibili e condivisibili ma evidentemente ci sono dinamiche che portano a prendere queste decisioni nonostante i pareri contrari dei Ministeri. Spesso si parla dei Bonus e delle agevolazioni per famiglie, lavoratori, imprese come aiuti economici volti a rilanciare l’economia italiana e a difendere i cittadini dall’inflazione.
Ma purtroppo ci sono anche scelte che vanno dalla parte opposta come quella di bloccare l’animazione italiana per le piattaforme e le televisioni private. I responsabili di CartoonItalia (associazione nazionale dei produttori di animazione) hanno definito tale disposizione “inspiegabile”. Arriva come un fulmine a ciel sereno, dunque, la comunicazione della revisione del Testo unico dei servizi media audiovisivi.
Stop dei fondi al settore dell’animazione in Italia
Il Governo ha optato per l’eliminazione della possibilità di introdurre sottoquote di programmazione e investimento per il settore Cartoon che operano in Italia. La sottoquota, invece, era stata appoggiata dal Ministero della Cultura nella figura del Ministro Sangiuliano e della sottosegretaria Lucia Borgonzoni nonché dalla Commissione Cultura della Camera.
Una scelta che ha destato il disappunto di CartoonItalia. Maria Carolina Terzi, la presidente, afferma di non comprendere la decisione del Consiglio dei Ministri, decisione che sottolinea ancora una volta il monopolio della RAI.
Questa è l’unica azienda attiva nell’industria dell’animazione italiana essendo partner finanziario ed ente promotore (in solitaria) dell’animazione cartoon in Italia anche se i contenuti a disposizione sono molto pochi. Il taglio dei fondi, poi, comporta la perdita del lavoro di circa 6 mila persone nel settore Cartoon Made in Italy.
Tanti giovani impiegati nel mondo dell’animazione dedicata ai più piccoli rimarranno senza uno stipendio mentre con la sottoquota sarebbe aumentata la competitività per un posizionamento migliore in un mercato attualmente dominato da America e Asia.
Maria Carolina Terzi definisce il taglio del Governo una miopia che impedisce la crescita naturale e necessaria per un comparto industriale e creativo, eccellenza del Made in Italy come riportato anche da LaStampa. Lo stop ai fondi impedisce un cambiamento e ora si attende l’emigrazione all’estero di tanti talenti italiani.