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Economia e Finanza

Basta un sms per svuotarti il conto: la nuova truffa terrorizza gli utenti Poste Italiane

Bisogna prestare grande attenzione agli sms che arrivano sul nostro telefono, il caso emblematico che coinvolge Poste Italiane. 

Negli ultimi anni viene ripetuto come un mantra che bisogna prestare massima attenzione ai messaggi che arrivano sul nostro telefono, anche (e forse soprattutto) quando questi sembrano giungere da enti o aziende ben note e contengono al loro interno o messaggi allarmanti o proposte commerciali troppo belle per essere vere.

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Si tratta infatti del modus operandi tipico dei truffatori che portano avanti campagne di phishing. I messaggi sono creati appositamente per creare preoccupazione, allarmare o generare un senso di urgenza in chi li riceve, allo scopo di spingerli ad agire prima di valutare bene la situazione.

In alternativa – metodo sempre meno utilizzato perché sdoganato – i messaggi invitano a non lasciarsi scappare un’occasione d’oro, qualcosa che potrebbe cambiargli la vita oppure semplicemente che gli permetterebbe di mettere le mani sull’oggetto del desiderio ad un prezzo irripetibile.

Nonostante la pratica sia ormai arcinota, i truffatori sono abili nel mascherare le vere intenzioni, lavorano perfettamente e in modo convincente sulla strutturazione del messaggio e del layout dei siti truffa che mettono in piedi, creando l’illusione nonché l’inganno perfetti.

Il caso emblematico che coinvolge Poste Italiane

Il rischio di cadere nel tranello è concreto e lo dimostra quanto accaduto ad un uomo di 73 anni residente a San Casciano Val di Pesa nell’ottobre del 2021. Tutto è cominciato da un semplice sms contenente il logo di Poste Italiane nel quale si faceva riferimento ad un presunto problema al conto corrente.

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Come da prassi, i malintenzionati invitavano la vittima a cliccare su un link per risolvere il problema e quando questo lo ha fatto è stato immediatamente contattato da un finto operatore di Poste. Il truffatore ha convito l’anziano della necessità di recarsi al più vicino Postamat e ad inserire la propria carta al suo interno. Così facendo è riuscito ad ottenere i dati utili ad effettuare prelievi sul conto del malcapitato.

Una volta ottenuto il via libera, i truffatori hanno svotato il conto dell’anziano, il quale qualche giorno dopo si è recato dai Carabinieri per sporgere denuncia. L’episodio evidenzia ancora una volta la consistenza dei rischi derivanti dalle frodi online, ma anche quelle che sono le responsabilità a carico degli istituti di credito.

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Poste Italiane costrette a risarcire la vittima della frode

In seguito alla denuncia avviata dalla vittima si è arrivati ad un processo la cui sentenza ha di fatto obbligato Poste Italiane a risarcire il pensionato per non aver adottato delle misure di sicurezza più robuste, in grado di impedire ai truffatori di effettuare i prelievi senza l’effettiva autorizzazione del titolare del conto.

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Nella sentenza del giudice Carloni del Tribunale di Firenze si legge dunque che Poste Italiane è tenuta al pagamento di 18.039 euro in favore della vittima della truffa e ancora: “La responsabilità di Poste Italiane avrebbe potuto essere esclusa solo se l’azienda avesse dimostrato di aver adottato tutte le misure necessarie per tutelare il cliente”.

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La responsabilità dell’istituto di credito, dunque, risiede – nel caso in oggetto – nel non avere potuto dimostrare di aver applicato dei sistemi di sicurezza in grado di scongiurare situazioni simili. Una sentenza che segue la linea tracciata dalla Corte di Cassazione per casi simili: “Il prestatore di servizi di pagamento deve provare l’adozione di appropriate misure tecniche volte a verificare la riferibilità delle operazioni alla volontà del correntista“.