Ben 295 euro in meno tutti i mesi e anche il tuo TFR ne risentirà! La notizia fa tremare milioni di lavoratori prossimi alla pensione.
Il futuro delle pensioni non è roseo secondo le ultime stime degli esperti: non è roseo per nulla. La situazione preoccupa non solo i contribuenti ma anche lo stesso Governo il quale teme per la tenuta del sistema previdenziale visto che ormai si inizia a lavorare sempre più tardi, si fanno sempre meno figli e si vive sempre più a lungo.
La concomitanza di questi tre fattori – che, ormai, rappresentano la normalità in Italia e in Occidente in generale – rischia di far crollare le casse di Stato. Se non s’interviene in modo mirato, gran parte degli attuali lavoratori rischiano di avere pensioni più basse di quasi 300 euro ogni mese: 295 euro per l’esattezza.
Non solo: anche il TFR – il Trattamento di fine rapporto – potrebbe essere penalizzato. La conseguenza è che un numero crescente di anziani, in futuro, avrà assegni previdenziali troppo esigui per poter vivere decorosamente e i Governi che verranno dovranno intervenire con sussidi sempre più frequenti e massicci. Il quadro è allarmante!
Le pensioni continuano ad essere il nodo più duro da sciogliere e nessuno, per il momento, è riuscito a portare a compimento una riforma strutturale che assicuri assegni minimi sufficienti a far fronte al costo della vita. Ma il peggio potrebbe ancora arrivare: si prevede che, nei prossimi anni, gran parte degli attuali lavoratori, potrebbero avere assegni Inps più bassi di quasi 300 euro tutti i mesi.
Il Governo di Giorgia Meloni, da tempo, spinge affinché tutti investano in forme di previdenza complementare. Purtroppo solo una minoranza di contribuenti si muove in questa direzione con il risultato che, stando ai calcoli, in futuro, senza una pensione integrativa, addirittura il 74% degli italiani avranno 295 euro in meno al mese di quelli che potrebbero avere investendo in previdenza complementare.
E’ ormai evidente che solo la previdenza sociale non basterà più e non sarà più in grado di garantire una pensione sufficiente a mantenere uno stile di vita simile a quello che una persona aveva durante gli anni di lavoro. La pensione integrativa diventa quindi fondamentale per riuscire a far fronte a tutto questo anche perché è probabile che il costo della vita aumenterà ancora nei prossimi 10-15-20 anni.
Ad oggi il 74% dei lavoratori italiani non versa soldi – o non li versa regolarmente – in un fondo pensione né aperto, cioè accessibile a tutti, né chiuso e, quindi, fruibile solo dalla propria specifica categoria lavorativa. Ad essere maggiormente penalizzate sono le donne le quali, in media, iniziano a lavorare più tardi e hanno stipendi più bassi dei colleghi uomini.