Assegno INPS a rischio: il metodo per evitare il blocco del pagamento a novembre

Migliaia di persone rischiano di perdere l’assegno Inps a novembre. Vediamo cosa bisogna fare per evitare il blocco.

Novembre è iniziato da poco ma non promette nulla di buono per alcune persone che rischiano di non ricevere il loro consueto assegno Inps. L’istituto Nazionale di Previdenza Sociale, infatti, ha fatto partire dei controlli molto serrati che mettono a rischio l’assegno mensile di migliaia di italiani.

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Assegno INPS a rischio: il metodo per evitare il blocco del pagamento a novembre/Abruzzo.cityrumors.it

Una notizia che davvero non ci voleva soprattutto nel mese che precede il Natale, quando si inizia già a pensare ai primi regali da far trovare sotto l’albero ai nostri amici e parenti. A essere a rischio, nello specifico, sono i percettori dell’Assegno di Inclusione i quali rischiano di vedersi sospendere l’aiuto.

I pagamenti, di norma, avvengono il 27 di ogni mese ma molte famiglie pur essendo in regola con tutti i requisiti – economici e non solo – per ricevere il sussidio di Stato, a novembre e forse anche per i prossimi mesi potrebbero non ricevere nessuna ricarica sulla loro Carta. Ma c’è un modo per scongiurare il pericolo ed evitare il blocco del pagamento.

Assegno di Inclusione a Rischio: ecco cosa fare per non perderlo

Brutte notizie a circa un mese e mezzo dal natale: molti rischiano di perdere l’Assegno di Inclusione. Almeno a novembre – non si sa per i mesi successivi – molte famiglie non riceveranno la ricarica del sussidio. Si può, tuttavia, fare qualcosa per evitare il blocco del pagamento ma bisogna agire in fretta.

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Assegno di Inclusione a Rischio: ecco cosa fare per non perderlo/Abruzzo.cityrumors.it

L’Assegno di Inclusione consiste in un aiuto di 500 euro al mese che possono poi variare a seconda della composizione del nucleo familiare e del reddito. Per ottenerlo è necessario che l’Isee non sia superiore a 9360 euro e che all’interno della famiglia almeno un componente faccia parte della categoria dei “non occupabili”. In questa categoria rientrano i minori di 18 anni, le persone dai 60 anni in su e i disabili con invalidità almeno al 74%.

Ma non basta: ai fini dell’ottenimento del sussidio è necessario seguire una procedura specifica. Per prima cosa si fa richiesta all’Inps, poi bisogna sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD). Ma non è ancora finita: dopo aver sottoscritto il PAD, entro 120 giorni, è obbligatorio recarsi presso i Servizi Sociali e, dopo la prima visita, bisognerà tornare ogni 90 giorni.

Chi non ha provveduto a recarsi nell’ufficio dei Servizi Sociali dopo 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale – o dopo 90 giorni nel caso non si trattasse del primo appuntamento – non riceverà la ricarica dell’ADI a novembre. Cosa si piò fare per evitare la sospensione del sussidio?

Ci si deve presentare presso i Sevizi Sociali di propria volontà anche senza convocazione: infatti molti non lo sanno ma i servizi sociali non sono obbligati a convocare i beneficiari. Dopo aver assolto all’obbligo, in pochi giorni la situazione si sbloccherà e si potrà di nuovo ricevere l’aiuto statale.

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