Arriva una grande svolta INPS: l’importante novità riguarda la pensione relativa alla disoccupazione. Ecco cosa bisogna sapere.
La vita lavorativa di molti italiani non è sempre così semplice. L’alto tasso di disoccupazione è stato a tratti dilagante, ed ha costretto migliaia di italiani a reinventarsi giorno per giorno, per evitare di dover arrancare alla fine del mese. Quando poi si è riusciti a trovare una occupazione, spesso è capitato che questa non venisse retribuita nel modo corretto, il relazione alla mansione effettuata e agli orari di lavoro.
Oppure, come capita purtroppo spesso, il compenso è corrisposto in nero, e i lavoratori non vedono i contributi versati a proprio favore. Laddove poi si è riusciti ad ottenere una situazione lavorativa degna di tale nome, si ha diritto alla disoccupazione quando il lavoro è andato perso per una serie di motivazioni. Ma arriva una importante novità che riguarda pensioni e disoccupazione: arriva direttamente dall’INPS, e si potrà andare in pensione grazie all’indennità di disoccupazione.
Cosa bisogna sapere?
Nel caso di interruzione o sospensione del rapporto di lavoro, un lavoratore ha diritto a quelli che sono definiti contributi virtuali. Sono contributi che non hanno oneri e spese da parte del datore di lavoro, o del lavoratore stesso. SI tratta di una forma di copertura nel periodo in cui non si lavora, oppure dovuti a gravi infortuni o malattie.
E in tanti si sono chiesti se i contributi figurativi per indennità di disoccupazione, potessero essere utili per poter prevedere la pensione. La risposta deriva direttamente dall’ente interessato, ovvero l’INPS. Questi contributi, infatti, saranno utili sia per il calcolo dell’indennità di disoccupazione, ma anche per la pensione, ponendo però di fatto un tetto limite.
Come si calcolano?
La Naspi è l’indennità mensile di disoccupazione, che spetta ad ogni lavoratore che abbia perso involontariamente il proprio posto di lavoro. Non sono previsti dei limiti, per quanto riguarda i 20 anni di contributi lavorativi, per quanto riguarda quelli della Naspi per poter accedere alla pensione. Questi contributi, però, fanno abbassare il suo valore. Diverso è invece, per le pensioni anticipate come Opzione donna o Quota 100.
Infatti, per Opzione donna per poter accedere alla pensione con i 35 anni contributivi, vanno calcolato senza tener conto di eventuali Naspi a proprio favore, senza contributi figurativi. 3 anni utilizzabili, invece, per quanto riguarda Quota 100. Ad ogni modo, ad ogni pensionato verrò corrisposta la pensione che più possa essere favorevole al suo quadro contributivo. L’ideale, per avere un quadro della situazione, sarebbe rivolgersi ad un CAF.