Quante volte ci siamo domandati se un cibo scaduto nella giornata in cui si vorrebbe consumarlo o in quella precedente è ancora buono o meno, spesso viene sottovalutata l’importanza della scritta ‘da consumare preferibilmente entro’.
Ecco, è quel preferibilmente la chiave di tutto. Sapevate che il 20% della nostra spese finisce nell’immondizia? Questo si traduce, naturalmente, in perdita in termini economici. Leggendo l’etichetta noi associamo la scadenza alla data ultima per consumare il prodotto oltre la quale esso va cestinato, quando invece essa indica il termine entro il quale il prodotto mantiene tutte le sue caratteristiche organolettiche, ma ciò non vuol dire che il cibo in questione vada buttato il giorno seguente.
Anzi, esso non è dannoso ed è ancora mangiabile per diversi giorni.
Però nei cibi freschi e quelli ad alta reperibilità la dicitura è diversa. Infatti vi è riportata la frase “da consumare entro il”. E questa indica davvero la data di scadenza.
La Food Standards Agency ha sottolineato come il 40% dei consumatori è disposto a mangiare cibo appartenente a quest’ultima categoria anche diversi giorni dopo la scadenza riportata sulla confezione, basandosi spesso sull’aspetto e sull’odore dello stesso. E in questo caso bisogna stare attenti poiché le intossicazioni potrebbero essere dietro l’angolo.
Ma molti, moltissimi prodotti hanno quel termine sulla confezione, quel “preferibilmente” che è la chiave di tutto. Infatti, ad esempio, lo yogurt può essere consumato anche fino a 10 giorni dopo la data di scadenza, anche se i fermenti lattici vivi saranno diminuiti.
Come potete vedere, non bisogna necessariamente buttare il cibo che si compra e non si è mangiato: basta fare un poco di attenzione!