Teramo. Un’impresa fortemente orientata all’innovazione, pronta a destinare la metà dei propri investimenti al miglioramento dei prodotti e dei processi ma meno interessata al miglioramento organizzativo.
Una su quattro padroneggia molto bene le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e, in un caso su due, pensa che i progressi in questo settore debbano riguardare gli aspetti commerciali. A dimostrare tanto interesse il fatto che soltanto una impresa su dieci ritiene di non avere bisogno di cambiamenti nel campo dell’Information and communication technology (Ict).
È la fotografia dell’impresa agroalimentare abruzzese, così come emerge dal rapporto sull’analisi dei fabbisogni Ict in campo agroalimentare, rapporto che sarà presentato lunedì 17 febbraio, alle ore 16, nella sede di Confindustria Teramo, a Sant’Atto.
Il report nasce dalla collaborazione tra il Polo Agire, il consorzio delle piccole e grandi imprese agroalimentari d’Abruzzo, e il Polo Ict, realtà che invece raggruppa e coordina le imprese abruzzesi che operano nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict).
I due Poli di innovazione abruzzesi, infatti, hanno deciso di “iniziare a collaborare – spiega il presidente di Agire, Salvatore Di Paolo – allo scopo di favorire l’informatizzazione delle piccole imprese, individuare soluzioni tecnologiche per il miglioramento dei processi produttivi delle grandi imprese e, in generale, gestire con efficacia le eventuali partnership tra le diverse attività produttive. Le aziende agroalimentari hanno infatti bisogno di tecnologia non solo per superare la crisi ma anche per crescere in maniera positiva”.
“L’ICT – dichiara invece Giuseppe Cappiello del comitato di coordinamento del Polo Ict – è un sistema abilitante, pertanto è trasversale a tutti i settori industriali ed aumenta l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali. In Abruzzo la filiera agroindustriale è sicuramente una eccellenza a livello nazionale e alcune imprese abruzzesi operanti nel ICT non sono da meno, pertanto sono sicuro che mettere in comune le rispettive competenze porterà frutti importanti”.
L’indagine svolta ha coinvolto in un primo momento un campione di 57 imprese agroalimentari abruzzesi associate al Polo Agire intervistate su vari temi (andamento fatturato, investimenti per lo sviluppo, conoscenze Ict, livello di informatizzazione). I risultati sono stati poi messi a confronto con quelli di un’analoga indagine condotta su un campione nazionale di 96 imprese del settore.
Ne è emerso un quadro lievemente diverso rispetto a quello nazionale. Nel campione abruzzese le aziende agroalimentari in crescita rappresentano il 52,6% del totale (sono invece il 46,9% in quello italiano), operano per lo più nella produzione, trattano vino e sono attive sul territorio nazionale ed estero in linea con la tendenza dell’intero Paese. Il 61,4% ha inoltre un approccio decisamente orientato all’innovazione nella propria impresa (64% nel dato italiano) con particolare attenzione all’innovazione di prodotto e all’apertura di nuovi mercati. Se poi l’atteggiamento innovativo è riferito al sistema e non solo alla propria impresa, si registra una percentuale anche più alta rispetto a quanto osservato a livello nazionale (+5,5%).
L’indagine ha messo in luce altre differenze tra i due campioni. In Abruzzo sono più numerose le imprese vitivinicole (22,8% contro la percentuale del 19,3% registrata nell’intero Paese) e quelle olearie (22,8% rispetto al 18,8% del totale) mentre ci sono produzioni come quella frutticola molto meno rappresentate (12,3% in Abruzzo e 30,2% in Italia). Oltre tre imprese intervistate su quattro si occupano di un singolo prodotto (77,2%) mentre a livello nazionale il dato è inferiore (60,4%). In Abruzzo, sul fatturato complessivo del settore, si registra una minore influenza di quello di origine locale (24,8% contro il 37% del nazionale) mentre è elevato quello di origine estera (17,7%, quasi il doppio rispetto al 9,5% italiano). Da rilevare che l’incidenza del fatturato estero a livello regionale è più alta tra le imprese che trattano un solo prodotto (18,9%).
Il fatturato medio annuo delle aziende del campione abruzzese si attesta tra i 2,5 e i 3 milioni di euro, valore lievemente inferiore rispetto a quello nazionale che invece fa registrare 4 milioni di euro (la differenza è data da una maggiore rappresentatività a livello regionale di imprese con fatturato inferiore a 500 mila euro annui, pari al 43,9% del campione preso in esame in Abruzzo).
All’incontro di lunedì interverranno, oltre ai presidenti di Agire e Ict Di Paolo e Cappiello, anche il vice presidente della Regione Abruzzo Alfredo Castiglione, l’ad di Agire Donato De Falcis, il direttore di Quaster Srl (l’azienda che ha realizzato materialmente la ricerca) Alberto Cesari e i rappresentanti di tre aziende del Polo Agire dei quali saranno presentati i significativi “casi” e le best practice: Gianluca Giovannetti (Amadori), Giammaria de Paulis (Cykel Software), Daniele Di Vittorio (Modiv).
Nell’occasione Polo Agire e Polo Ict allestiranno una “vetrina” dei prodotti d’eccellenza e delle attività delle proprie aziende al piano terra della sede di Confindustria Teramo.