La norma che impone l’uso di buste compostabili anche per gli alimenti sfusi è entrata in vigore il primo gennaio.
L’arrivo del 2018 ha portato con sé l’entrata in vigore della nuova normativa, che estende l’obbligo di utilizzare materiali biodegradabili anche alle buste da usare come “imballaggio primario” per ortofrutta, panetteria, pescheria, macelleria e gastronomia.
Le sottili buste in plastica trasparente, del tipo solitamente utilizzato per pesare frutta e verdura, devono quindi essere sostituite da altre biodegradabili e compostabili, il cui costo non potrà che finire nello scontrino della spesa.
Quale sarà l’impatto della nuova normativa sulle tasche dei consumatori non è ancora chiaro, infatti le previsioni delle diverse associazioni dei consumatori sono sensibilmente diverse tra loro e vanno dai 18/24 euro l’anno delle stime Adoc, ai 20/50 euro di quelle del Codacons; cifre comunque molto più alte di quelle previste da Assobioplastiche che parla di costo compreso tra 1.50 e 4.50 euro l’anno a persona.
A proposito dei costi del nuovo sistema, il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani ha dichiarato: ”l’innovazione ha un prezzo ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo che si dovrebbe aggirare intorno ai 2/3 centesimi a busta”.