Chieti. Segni meno in ogni settore merceologico e in tutte le maggiori città della provincia. Una categoria che annaspa in una crisi di consumi senza precedenti.
E’ quanto fotografa il “Rapporto 2012 sui consumi natalizi” eseguito da Confcommercio attraverso l’occhio vigile delle delegazioni dell’associazione di categoria presenti a Chieti, Ortona, Francavilla al Mare, Lanciano e Vasto. I dati a campione raccolti evidenziano il netto calo delle vendite che, ormai, si registra sul territorio in maniera inesorabile da due anni a questa parte. Non ha fatto eccezione, purtroppo, il periodo natalizio che, di solito, fa segnare un’impennata dei consumi. Così non è stato malgrado i dati raccolti siano piuttosto diversificati a seconda delle città attenzionate dagli esperti della Confcommercio provinciale.
“La flessione nel comprensorio – spiega Angelo Allegrino, presidente provinciale Confcommercio Chieti – non si racchiude nella stessa percentuale in quanto la crisi viene sentita in maniera diversa. Comunque il calo degli affari è sostanziale e si aggira tra un minimo del 20% ad un massimo del 50%.”
La maglia nera, per quanto riguarda gli introiti natalizi 2012, spetta proprio al capoluogo teatino dove la crisi, acuita dalla vicinanza ingombrante della grande distribuzione, sembra davvero inarrestabile. Eloquenti, in tal senso, i numeri forniti da Confcommercio. Il settore che sta peggio è l’abbigliamento.
“I minori incassi a Natale sono stati per tutti di almeno il 30% rispetto allo scorso anno. In alcuni negozi di abbigliamento del Colle e dello Scalo, addirittura, il segno meno ha toccato – afferma Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio – la percentuale ragguardevole del 50%. Per il resto la categoria ha lamentato un crollo delle vendite fino al 20 dicembre con una piccola ripresa a ridosso del Natale.”
Ad Ortona il calo degli affari a Natale si è attestato intorno al 10% nel settore alimentare mentre è schizzato al 30% per le calzature. Ha retto invece, al contrario di quanto accaduto altrove, l’abbigliamento. In sofferenza le gioiellerie con un meno 10% di vendite per le librerie. A Francavilla al Mare c’è stata la debacle del settore profumeria, con vendite in calo del 40%, con gli affari calati del 20% nel comparto dell’abbigliamento. Stabili, invece, le vendite per le gioiellerie. Passando a Lanciano, rapporto Confcommercio alla mano, gli alimentaristi hanno evidenziato un calo del 5% che ha raggiunto il 20% nei supermercati. Vendite in linea con lo scorso anno negli altri settori commerciali con una diminuzione dei consumi quantificabile tra il 15% e il 30% nell’abbigliamento e nelle calzature. A Vasto, infine, non sono andate bene le vendite natalizie nel campo alimentare con un calo del 5% degli affari che è cresciuto fino ad un 20% in meno per i cesti natalizi. La flessione, di contro, è stata inferiore per le pelletterie e la telefonia con una percentuale negativa del 10%. Anche a Vasto male l’abbigliamento con picchi del 50% in meno di introiti rispetto allo scorso anno.
“E’ fondamentale – riprende Allegrino – rimettere in moto in fretta l’economia locale con incentivi e sgravi per chi esercita il difficile mestiere del commerciante. Gli enti non possono più tergiversare.”