Un incontro volto a definire meglio l’ansia, ad acquisire, maggiore consapevolezza dei suoi effetti, a conoscere tecniche per gestirla e controllarla.
Le statistiche internazionali ci indicano che il 13,3 % della popolazione soffre di Ansia, non includendo quella fascia che non ha riconosciuta una diagnosi chiara ed esplicita di “Disturbo d’Ansia” ed il dato più allarmante è che sta trovando piede anche nella fascia più giovane della popolazione suscitando uno stato emotivo di insoddisfazione ed insofferenza.
“L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale” (Charlotte J.Beck).
L’ansia è una delle emozioni di base che guidano e supportano la vita di ogni essere umano, pertanto è uno strumento basilare e positivo: Heiddeger affermava che “l’ansia è una manifestazione naturale dell’essere nel mondo”.
Spesso si sente parlare di questa emozione come di qualcosa di invalidante e negativa; in realtà facendo essa parte della strutturazione emotiva e cognitiva dell’essere umano è assolutamente indispensabile nella misura in cui regola il nostro comportamento al fine del raggiungimento degli scopi di ciascuno di noi. Essa è fondamentalmente un’emozione naturale che ha la finalità di far conoscere all’uomo ciò che lo circonda affinché vi si possa adattare in maniera funzionale.
Quando l’ansia supera i limiti della “buona funzionalità” allora diventa invalidante e pericolosa agli occhi di chi ne soffre: “I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l’ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c’è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l’insoddisfazione per l’esistenza del mondo” (F.Pessoa).
Essa diventa pertanto una risposta ad una minaccia esterna e/o interna, una preoccupazione relativa al concetto di pericolo e di imprevisto accompagnato da una sottostima delle capacità dell’individuo di poter far fronte al pericolo stesso.
La sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità di fronteggiamento fanno sì che si attivino “schemi disfunzionali di pericolo” che rendono il soggetto estremamente vulnerabile pertanto l’attivazione dello schema crea un circolo vizioso che alimenta e rinforza la manifestazione ansiosa”. I sintomi vengono percepiti essi stessi come una fonte di minaccia alimentando l’idea di una reale esistenza di un problema fisico e psicologico, trovando conferma alle proprie paure.
Secondo l’European Study of Mental Disorder, cioè il primo studio epidemiologico sulla prevalenza dei disturbi mentali effettuato in un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, quasi due milioni e mezzo di persone presenta nel corso della vita una qualche forma di ansia (attacchi di panico, fobia sociale, ansia generalizzata, ecc. ).
Il lavoro principale per scardinare questi meccanismi è proprio il mettere in discussione prima gli schemi negativi del soggetto ed aiutarlo poi nel trovare risposte alternative a ciò che fino a quel momento è stato vissuto con sofferenza e giudicato come un qualcosa di avverso.
Un detto giapponese zen dice: “non cercate la verità, abbandonate i vostri giudizi”, nel senso che l’individuo deve essere pronto a mettere in discussione le sue verità (peraltro negative) ponendosi in maniera ricettiva di fronte a quelle che possono essere le infinite risposte della vita.
Questo ed altro sarà oggetto del nostro incontro che verrà guidato dalla Dr.ssa Cristiana Cristiana, Psicologa-Psicoterapeuta Cognito-Comportamentale.
Vi aspettiamo per abbattere ed affrontare insieme le nostre ansie e paure….basta solo prenotarsi!
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