Autonomia e responsabilità, mantenendo ferma la vicinanza al territorio, nella continuità con quanto fatto finora. La nuova era della Fondazione Tercas sotto la guida di Enrica Salvatori, con alle spalle già l’incarico di vice presidente con Antonio Nuzzo, comincia da qui.
Nella conferenza stampa di presentazione, ricordando come in tutte le Fondazioni si stia attuando una politica di rinnovamento dei vertici, la Salvatori indica quali saranno le linee guida della sua attività, che avranno come punti di riferimento la Carta delle Fondazioni e il protocollo Acri-Mef, che introduce alcune novità in tema di governance e gestione.
In particolare la principale attenzione riguarderà la tutela del patrimonio, soprattutto dopo lo scossone avuto con le vicende di Banca Tercas che hanno portato la Fondazione ad una perdita di 70 milioni di euro e che la vedranno protagonista, come parte lesa, nell’azione penale che vivrà i primi dibattimenti a gennaio prossimo.
“Cercheremo di evitare ogni forma di indebitamento”, ha detto la neo presidente, “continuando a far fruttare un terzo dell’attivo patrimoniale in modo da poter continuare a garantire le erogazioni sul territorio”. La Salvatori ha parlato anche delle operazioni portate avanti per un rafforzamento del patrimonio attraverso una politica di accantonamento e ha indicato la strada da seguire affinché la Fondazione diventi sempre più lo strumento per poter avviare un dialogo tra le diverse istituzioni locali, evitando però ogni possibile ingerenza.
“La Fondazione lavorerà per organizzare un tavolo di lavoro con gli enti e programmare con loro gli interventi”, ha continuato la presidente, “e, oltre all’individuazione delle iniziative da sostenere attraverso i nostri bandi, conta di portare avanti anche dei progetti propri per raggiungere gli obiettivi della nostra mission”.
Cultura, formazione e welfare resteranno i settori di investimento, avendo come criteri guida l’economicità, l’efficacia e l’efficienza. “Auspichiamo che il nostro ente possa durare nel tempo”, continua la Salvatori, “per questo valuteremo con il massimo della responsabilità ogni erogazione. Nel 2016 potremo avviare una nuova programmazione triennale e terremo di certo conto delle best practice e dell’esperienza accumulata finora”.
E sulla possibilità che la Fondazione cambi nome, visto come sono andate le cose per la Banca Tercas, la presidente appare possibilista. “Ci penseremo”, conclude, “e non è detto che l’assemblea non possa decidere in tal senso”.