Contrarietà e preoccupazione. L’associazione costruttori edili Aniem Teramo esprime il suo allarme per le nuove disposizioni che riguardano la cessione di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni in vigore dal 1 gennaio. Secondo il decreto attuativo, infatti, il versamento dell’Iva dovrà essere fatto direttamente allo Stato, mentre alla ditta appaltatrice viene corrisposto solo l’imponibile, aggravando la difficile condizione delle imprese che operano nei settori pubblici.
“Questa norma”, spiega il Presidente Fiorenzo Polisini “va letta in collegamento al fatto che i ritardi nei pagamenti della PA continuano e che per le nostre imprese è sempre più difficile attivare linee di credito. Attraverso la nostra associazione nazionale abbiamo già chiesto l’esclusione del settore edile da questo meccanismo.
È evidente l’intento di colpire gli evasori, non è però accettabile che, per combattere pochi soggetti, il governo abbia scelto di penalizzare migliaia di imprenditori onesti che lavorando con gli enti pubblici, nell’edilizia, nell’impiantistica, e in altri comparti, vedono maturare crediti Iva talmente alti che non è possibile compensare”.
Come ha ribadito anche il vice presidente dell’Aniem Teramo, Filippo Di Antonio, per le imprese che lavorano soprattutto con il settore pubblico si tratta di superare l’ennesimo ostacoli visto che “mentre le aziende non riceveranno l’iva sulle commesse, avranno comunque l’Iva in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa e necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è già proibitivo durante l’attuale fase recessiva”.
Per Di Filippo, inoltre, con l’ingresso della fatturazione elettronica in vigore dal prossimo 31 marzo, ci sarebbe già uno strumento di controllo per evitare l’evasione. Per questo motivo si potrebbe benissimo evitare di usare ancora questa misura che, tra l’altro, contribuisce solo ad allontanare sempre di più le imprese dae opere pubbliche.