Teramo. Trentaquattro fotografie per raccontare una storia, ricordare, immaginare, costruire il futuro. Luciano Adriani ha scelto un luogo e ha dilatato il tempo, è l’anima artistica che fa da cerniera al grande progetto culturale, sposato dall’associazione “Artruv’Arte” di Teramo, dall’Università degli Studi di Teramo, dal Comune di Teramo e dalla casa editrice Ricerche&Redazioni, che ricorda la battaglia di Bosco Martese attraverso ciò che resta di quei tempi, gli alberi maestosi, e i volti di chi quella storia la sente come un racconto, un gruppo di studenti di Scienze della Comunicazione.
Tutti sono testimoni del “loro” tempo che diventa unico nell’attimo di uno scatto.
La mostra è stata presentata questa mattina a Teramo, nello spazio espositivo comunale L’Arca-Laboratorio per le arti contemporanee. “Abbiamo sposato questo progetto convintamente e non solo dal punto di vista formale – ha sottolineato il sindaco Gianguido D’Alberto – per il suo altissimo valore storico e culturale e per il messaggio che lancia alla nostra comunità. La storia va raccontata tutta, senza timori, e poi c’è quella storia che non basta raccontare ma va rievocata. La rievocazione della battaglia di Bosco Martese, nella forma in cui Luciano Adriani l’ha messa in campo, ha un valore straordinario. Non è più il monumento l’elemento fisico del ricordo ma lo spazio, la natura di quella battaglia che si intreccia con i nostri giovani, i nostri ragazzi”.
Luciano Adriani nasce fotoreporter, ha negli occhi e nelle mani un senso della realtà talmente immediato da riuscire a cogliere anche gli attimi nascosti. E’ questa stessa abilità che lo spinge ad osservare le cose con una sensibilità che va oltre il momento. Così alla fine di una delle tante celebrazioni in memoria della battaglia di Bosco Martese, in una ridiscesa in solitaria dal Ceppo, guarda gli alberi con gli occhi di chi cerca una storia da raccontare. E nei nodi delle cortecce scopre forme antropiche, volti che il tempo ha formato, come se volesse affidare alla natura il compito di testimoniare la storia.
“Raccontando ogni anno Bosco Martese per lavoro mi sono immerso anche io in questi luoghi – ha spiegato Luciano Adriani – e guardando questi alberi, questi faggi che ci riconsegnano volti espressivi, tragici, ho avuto l’idea. Ho cercato di pensare a come dare una carezza a quel posto, dimenticato da tutti. Ed è così che ha preso forma il progetto”.
Un progetto che è un cammino fotografico e dell’anima: Adriani sale più volte in montagna con ogni luce e con ogni tempo, studiando le inquadrature attraverso ottiche diverse. Ha negli occhi le cerimonie sempre meno partecipate, gli anziani partigiani sempre più stanchi, l’idea di vite sacrificate ricordate solo dal cemento: così scrive con le immagini la “sua” memoria e la “sua” protesta silenziosa. E le immagini restituiscono a Bosco Martese la potenza della storia e la sacralità dell’ambiente. Ha scelto una ventina di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione che idealmente rappresentano i giovani che nel 1943 combatterono su quella montagna: non ha chiesto pose, ma pensieri. Il risultato è in 34 immagini che l’Associazione Artruv’Arte ha voluto proporre all’Abruzzo con una mostra e con un catalogo, edito da Ricerche&Redazioni, arricchito da ulteriori scatti.
“Sono immagini potentissime – ha evidenziato il preside della facoltà di Scienze della Comunicazione, Christian Corsi – e credo che questo progetto, anche di comunicazione, sia di estrema attualità. Quando parliamo di libertà non bisogna mai abbassare la guardia, perché non sono diritti che in qualche modo sono tutelati per sempre e in ogni luogo. Luciano Adriani, con le suo foto, riesce a passare il testimone, a mo’ di staffetta, tra la storia e le nuove generazioni”.
A sottolineare l’alto valore del progetto anche l’assessore alla cultura del Comune di Teramo Andrea Core: “Il progetto di Luciano Adriani, che abbiamo sposato con entusiasmo, ci consente di uscire dalla retorica che ha confinato il ricordo di Bosco Martese al 25 settembre – ha sottolineato – facendolo diventare qualcosa che vive nella quotidianità ed è straordinario che siano propri i giovani a diventare testimoni del tempo”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche la presidente dell’associazione Artruv’Arte Francesca Della Monica: “Quando ci hanno chiesto di sostenere il progetto siamo stati ben contenti di farlo – ha detto – perché la mostra ha come tema quello della libertà, che non è mai scontata. Guardando le foto di Luciano si vede la sua attenzione alla natura, a quello che può trasmettere oltre il semplice scatto”.
La curatrice della mostra, la giornalista culturale Anna Fusaro, ha ripercorso la genesi del progetto e illustrato le caratteristiche del percorso espositivo. “Luciano Adriani, oltre ad essere un fotografo di cronaca, ha anche una produzione ‘altra’ fatta di fotografia di ricerca – ha messo in luce – Inizialmente avevamo pensato di realizzare un’antologica divisa per sezioni, ma vedendo le foto di Bosco Martese ci siamo resi conto che era troppo importante per confinarla a una sezione. E così ha preso forma questa mostra, con 34 fotografie in cui i protagonisti diventano gli alberi del bosco, di cui vengono colti gli aspetti antropomorfi, che fanno quasi sempre emergere dei volti, delle facce che ci guardano così come ci guardano questi giovani, i cui volti sono ripresi accanto agli alberi, che hanno la stessa età di quei combattenti che si arroccarono a Bosco Martese in quei giorni e i cui sguardi ci interrogano su un tema così importante come quello della libertà”.