Il graditissimo ritorno di Squid Game ha riportato sensazioni ed emozioni che avevamo vissuto con la prima stagione, ma una volta finita cosa si può guardare per non patire troppo l’attesa di un nuovo appuntamento con la serie coreana?
Alla fine del 2021, anno particolare perché gravato dalle restrizioni per il covid, su Netflix è apparsa in totale silenzio una serie coreana dall’estetica attraente che ha immediatamente catturato l’attenzione degli abbonati. Nonostante il gap linguistico – la piattaforma non aveva speso budget per l’adattamento (il che la dice lunga sulle aspettative) – è diventata in pochissimi giorni un fenomeno di culto, al punto da battere i record di visualizzazioni stabiliti da tutte le serie precedentemente inserite in catalogo.
L’opera ideata, sceneggiata e girata da Hwang Dong-hyuk era letteralmente perfetta per il periodo storico in cui è uscita poiché riuniva al suo interno l’ineluttabilità del destino, l’ansia da reclusione. il senso d’ingiustizia generato dalle disparità sociali ed una trama tesa al disvelamento di una cospirazione ordita da ricchi annoiati dalla loro stessa opulenza.
L’idea alla base dei giochi era crudele, distopica e riusciva ad essere maggiormente impattante poiché era un costante ossimoro concettuale tra l’ingenuità tipica delle attività fanciullesche e la malvagità tipica delle dinamiche che costituiscono il mondo degli adulti. Due realtà solitamente antitetiche che in quel contesto trovavano un punto di congiunzione con un risultato devastante.
Ciò che accadeva era ignoto sia allo spettatore che ai protagonisti, una scelta in grado di creare un’atmosfera di mistero e terrore condiviso che ha permesso di acuire il pathos che permeava ogni singola scena incollando allo schermo i telespettatori che non riuscivano ad attendere di sapere quale sarebbe stato il destino dei protagonisti.
Squid Game era un’opera perfetta che non necessitava di una seconda stagione?
Squid Game era già un prodotto perfetto nella sua semplicità. La serie non inventa nulla ma racconta una storia distopica in cui c’è una forte componente di critica sociale ed in cui più che la trama a catturare è la scrittura dei personaggi, il modo in cui le vite interrotte dei protagonisti si mescolano tra loro creando occasioni di umanità all’interno di un contesto disumano.
Per quanto fosse ovvio, dopo il successo ottenuto, che Netflix avrebbe fatto di tutto per produrre una seconda stagione, era altrettanto ovvio che non sarebbe stato possibile ricreare dinamiche altrettanto impattanti (va considerato che l’autore ha impiegato 10 anni per scrivere le prime 8 puntate).
La seconda stagione della serie coreana ha confermato quanto era ampiamente preventivabile, tuttavia il lavoro svolto da Hwang Dong-hyuk è stato pregevole, in grado di dare dignità ad una storia che necessariamente doveva puntare su una trama più articolata e meno intensa (ci sono addirittura scene stempera tensione con personaggi evidentemente caricaturali) per non sembrare un vuoto more of the same.
La fattura delle puntate è sempre ottima sia da un punto di vista squisitamente tecnico (fotografia, regia, montaggio e gestione ritmo) che da quella attoriale (il protagonista e non solo sono in grado di dare profondità e sfumature alle vicende narrate). In generale, dunque, senza fare impropri e ingiusti paragoni con la stagione di debutto, si può promuovere anche questo secondo capitolo.
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Cosa vedere dopo aver finito Squid Game
Se avete appena finito la seconda stagione di Squid Game e voleste vedere qualcosa di simile sia per tematiche che per tipologia di narrazione, la scelta più ovvia è Alice in Bonderland, nel quale però non troverete certo la stessa intensità emotiva. Questa serie, infatti, è più improntata sul combattimento e sul gusto perverso delle sfide all’ultimo sangue.
Allontanandoci per un attimo (ci torneremo in seguito) da Netflix, il secondo consiglio è di dare una chance a Panic, serie tv ambientata negli Stati Uniti in cui un gruppo di ragazzi dell’high school si trovano ad affrontare un brutale survival game davanti ad una giuria misteriosa.
Anche The Wilds si trova su Prime Video: in questo caso seguiamo le vicende dei sopravvissuti ad un incidente aereo che si trovano costretti ad affrontare prove di sopravvivenza senza sapere di essere all’interno di un esperimento sociale.
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Se vi piace il contesto distopico al di fuori dei giochi di sopravvivenza, Snowpiecer e Black Mirror sono due serie da vedere. La prima ci catapulta in un mondo devastato dalla glaciazione in cui i sopravvissuti vivono all’interno di un treno in continuo movimento e cercano di ricostruire una società al suo interno. La seconda è invece una serie antologica, in cui ogni puntata ha una storia a sé.