Un romanzo di formazione dai toni grotteschi e surreali in equilibrio tra realismo e magia. Un lavoro supportato dall’Agenzia di Sviluppo Locale Itaca e che vede la sua ambientazione a Canzano nel 1938. Alla presentazione interverranno, tra gli altri, Erika Di Silvestre la quale leggerà alcuni passaggi del libro.
Protagonista del lavoro è Micù, un bambino di dieci anni, nato in una famiglia rurale abruzzese e rimasto zoppo a causa della poliomielite. Ogni mattina si sveglia affannato e in preda agli incubi più stravaganti.
Diverso dagli altri bambini, Micù cerca di crescere e trovare il suo posto in un ambiente ostile, che fatica a comprendere la sua condizione: tutti i giorni, oltre ai dolori e alla sua salute cagionevole, deve affrontare le prese in giro dei compagni, le sciocche superstizioni dei paesani e la diffidenza del padre nei confronti della scuola e del suo desiderio di continuare a studiare. Micù, nonostante tutto, non si perde d’animo e cerca di aiutare l’adorato Tatà, il nonno taciturno con un ambiguo passato da migrante in Lamerica, nella sua misteriosa ricerca fatta di pale, scavi e ricordi sepolti. Ma l’arrivo di Farfariel, uno strano diavolo dalle intenzioni poco chiare – che ha addirittura il potere di intromettersi nella scrittura del libro che racconta la sua stessa storia -, mischierà tutte le carte in gioco e costringerà Micù ad affrontare i suoi limiti e le sue paure.
Pietro Albì è nato a Canzanonel 1979. Dopo gli studi alla libera scuola di Cinema all’Azzurro Scipioni di Silvano Agosti a Roma, scrive testi teatrali, cinematografici e televisivi e lavora alle sceneggiature di cortometraggi, documentari e lungometraggi. Attualmente scrive sceneggiature per il regista Emanuele Palamara e romanzi “per conto di Farfariel”.